Pescara, prof e 90 studenti in carrozzella: «Strada parco vietata ai disabili» / VIDEO

In fila davanti ai pali e in bilico sulle bolle di asfalto: i ragazzi del liceo artistico Misticoni-Bellisario finiscono contro le barriere architettoniche

PESCARA. In fila, bloccati dal palo della luce sul marciapiede. Impotenti di fronte alla bicicletta legata al lampione che ostruisce il passaggio. Arrabbiati per quel cestino dell’immondizia che non li fa avanzare di un millimetro e per le piastrelle tattili posizionate a bordo marciapiede, un rischio per i non vedenti. Adesso sanno che cosa vuol dire essere disabili, i novanta studenti del liceo artistico Misticoni-Bellisario (classi 4ª D, F, E, H e 5ª H) che ieri mattina, accompagnati dalla preside Raffaella Cocco e dai docenti Antonella Dell’Elice, Giuseppina Giovannelli, Lino Pezzella, Annalisa Tinozzi, Massimiliano Torchetti, Tiziana Damiani e Luigia Migliori, sono stati i protagonisti di una “passeggiata empatica” sul tratto di strada parco che taglia via Cavour.

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La strada parco realizzata con le barriere e "vietata" ai disabili
Pescara, gli studenti del Misticoni-Bellisario fanno le prova con le carrozzelle

L’iniziativa, che rientra nell’ambito di un progetto di sensibilizzazione alle problematiche dei diversamente abili, è stata organizzata da Carrozzine Determinate, guidata da Claudio Ferrante, col supporto dei volontari Mariangela Cilli, Vanessa Oppo, Annalisa De Vincentis, Beatrice Palluzzi e Giuseppina Libertini.


Dalle lezioni teoriche in classe, alla «lezione di vita», come l’ha definita la dirigente scolastica, direttamente sulla strada parco zeppa di barriere architettoniche. Il “professor” Ferrante, armato di megafono, ha incitato gli studenti a salire, a turno, con i loro insegnanti, sulle dieci carrozzelle a disposizione. I ragazzi, titubanti e un po’ spaventati dalla prova che li attendeva, si sono seduti. Hanno girato i cerchi con le mani e dopo pochi metri hanno trovato i primi ostacoli. Subito hanno capito che «la strada parco non è adatta al passaggio delle persone con disabilità, ci fa tanta rabbia perché ora sappiamo quali difficoltà incontrano queste persone ogni giorno» hanno detto alla fine del percorso, durato un paio d’ore.
(c.co.)