Pescara, pronta la gara d’appalto per abbattere la diga foranea
Il 21 dicembre al via l’iter per i lavori. Gli armatori chiedono maggiore chiarezza, i balneatori esultano e De Sanctis solleva dubbi sulla legittimità della procedura
PESCARA. Ci siamo. La gara di appalto per creare un varco nella tanto contestata diga foranea sarà avviata il 21 dicembre. L’annuncio è arrivato ieri dal provveditore alle opere pubbliche dell’Abruzzo Roberto Linetti durante un incontro sul Piano regolatore portuale a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il vicesindaco Enzo Del Vecchio e il comandante della Capitaneria di porto Enrico Moretti.
«Si vuole fare in modo che i lavori comincino quanto prima», spiega Del Vecchio ricordando che nel frattempo va avanti l’iter per l’approvazione del Piano regolatore portuale e, in questo ambito, «si stanno facendo degli approfondimenti per presentare al Consiglio superiore dei lavori pubblici le integrazioni richieste. Nel frattempo, quindi, il Provveditorato va avanti con la progettazione dello sfondamento della diga, per garantire in tempi più celeri la cantierizzazione delle opere del Piano».
Con la creazione di un varco le acque del fiume (di pessima qualità) che arrivano all’altezza della diga superano questo ostacolo e si disperdono in mare aperto, anziché confluire verso la costa. Quindi «da una parte ne beneficia la qualità delle acque e dall’altra non si accumulano i sedimenti del fiume», che rendono il porto impraticabile per i pescherecci. «Sarà quindi possibile ridurre le opere di dragaggio, che costano moltissimo». Sempre per quanto riguarda il porto è «già è in appalto la realizzazione della soffolta del molo guardiano nord, per bloccare l'apporto di sabbia nella darsena commerciale», dice sempre Del Vecchio. Per i fondi da destinare al porto D’Alfonso ha annunciato altre risorse nell’ambito del «Masterplan da firmare con il Governo prima di Natale» e per la diga saranno recuperati 7 milioni per il 2016 e 8 per il 2017», mentre 3,5 sono già disponibili.
Dopo aver saputo le novità Mimmo Grosso, rappresentante degli armatori, chiede di sapere «come avverrà il taglio. Vorremmo essere coinvolti in questi aspetti, considerato che la questione ci interessa da vicino». Esulta Domenico Pagliari, dello stabilimento balneare Apollo. «È la soluzione a tutti i problemi. Si pensava che la diga avrebbe prodotto effetti positivi per la sicurezza dei pescatori, e invece Pescara è morta. Gli effetti saranno positivi per la marineria, che subisce l’insabbiamento, e per i balneatori, che subiscono l’inquinamento del mare. Si potrà puntare sul turismo, sui traghetti e alla bandiera blu. Spero che i lavori finiscano prima dell’estate, con l'allungamento del molo nord».
Storce il muso l’ambientalista Augusto De Sanctis. «Parte la gara», dice, «prima che scada il termine (il 4 gennaio) per presentare le osservazioni su questo progetto che, tra l'altro, riguarda un Piano regolatore non ancora approvato. Questa, poi, è la fase in cui l'opera può essere assoggettata a Valutazione di impatto ambientale per cui, facendo partire la gara, si mette una pistola alla tempia al Comitato Via, che non può essere solo un pro-forma. E se il comitato imponesse delle prescrizioni al progetto?» De Sanctis annuncia «osservazioni feroci, anche perché non si è tenuto conto dell’esistenza dei fratini e la vegetazione dunale. Mi chiedo se sia tutto legittimo e dico solo che se avessimo potuto fare osservazioni sulla diga, non avremmo l'impiastro di oggi».