Pescara, senzatetto picchiato nel tunnel-dormitorio della stazione

Senegalese voleva difendere il suo spazio nella galleria: arrestato giovane romeno, ricercati due complici

PESCARA. Non ha una casa, dorme nel tunnel vicino alla stazione ferroviaria. Un posto lurido e nauseabondo, dove trovano riparo senzatetto, tossicodipendenti e prostitute. E lì fanno di tutto: cucinano, mangiano, si lavano, fanno i loro bisogni. È maturata in questo scenario di povertà e degrado assoluto l’aggressione di un senegalese avvenuta il 6 agosto, a opera di tre persone.
Le ha identificate il personale della polizia ferroviaria e il giudice per le indagini preliminari, Nicola Colantonio, ne ha disposto l’arresto. Sono tre romeni, in Italia senza fissa dimora, ma fino ad ora solo uno è stato acciuffato dalla Polfer, che mantiene il massimo riserbo sull’operazione, non essendo conclusa. L’arrestato è Ionel Marin Buriana, 23 anni, difeso dall’avvocato Tullio Zampacorta, ed è accusato di tentato omicidio in concorso con gli altri.
Il senegalese sarebbe stato picchiato solo perché cercava, in maniera assolutamente pacifica, di difendere quell’angolo di tunnel che ormai considera la sua casa. Nonostante quegli spazi siano luridi e puzzolenti, l’uomo ha cercato di conservare un decoro minimo e ha invitato una prostituta romena a stare lontana dal suo giaciglio, chiedendole di non fare i suoi bisogni vicino a quella specie di letto che lo accoglie. La donna non l’ha presa bene, anzi ha minacciato il poveretto e ha annunciato che avrebbe fatto intervenire in suo aiuto tre uomini, che lo avrebbero picchiato. Non si è limitata ad annunciarlo, ma ha davvero organizzato la spedizione punitiva. Tre uomini, dopo essersi lavati nel tunnel, scambiandolo per un normalissimo bagno, hanno aggredito alle spalle il senegalese. Lo hanno colpito con calci e pugni anche alla testa, fino a quando ha perso i sensi. Sono stati visti da chi si trovava nella galleria e nei minuti successivi avrebbero riservato lo stesso trattamento anche a un’altra persona che si trovava in quel tugurio, se non si fosse allontanata in tempo. La vittima si è risvegliata solo dopo molte ore in ospedale, dove gli è stata riscontrata un’emorragia cerebrale. E la lesione (al lobo frontale) provocata da quel pestaggio si annuncia permanente.
La polizia ferroviaria ha avviato le indagini alla ricerca dei responsabili. Ha ascoltato vittima e testimoni e studiato le immagini delle telecamere nella zona della stazione, che mostrano tre uomini in fuga nell’area di risulta, dopo aver scavalcato un cancello. È stato ascoltato anche Buriana che ha cercato di scaricare ogni responsabilità sugli altri due, dicendo di essersi allontanato mentre assisteva al pestaggio. Per il gip gli indagati hanno agito per dare «una lezione» alla vittima e non essere «più disturbati» dimostrando di essere «privi di autocontrollo e senza freni inibitori, capaci di indirizzare i propri impulsi violenti con assoluta ferocia anche nei confronti di un soggetto in stato di minorata difesa e in stato di incoscienza». Essendo capaci di «gesti violenti gratuiti e irresponsabili», rappresentano, per il giudice che ha disposto l’arresto, «un pericolo concreto e attuale». Buriana è finito in carcere e Zampacorta attende l’interrogatorio, nelle prossime ore, mentre la Polfer, guidata da Davide Zaccone, sarebbe alla ricerca degli altri due, fuori Pescara. Il tunnel, intanto, resta abbandonato a se stesso, in attesa di essere trasformato dal Comune in un mercatino etnico. Sgomberi e pulizie periodici servono a poco. Per ora è solo la casa improvvisata di tanti senzatetto provenienti da ogni dove. Un luogo talmente prezioso, per alcuni di loro, da diventare pretesto per un pestaggio.
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