Pescara, sit-in di protesta contro l'elettrodotto Terna
Decine di cittadini presenti in occasione del primo sopralluogo di tecnici e vigili urbani a Fosso Vallelunga
FRANCAVILLA. Non sono ancora partiti i lavori per la realizzazione dell'elettrodotto Montenegro-Italia denominato Monita, ma nei pressi del fosso Vallelunga sul lungomare al confine tra Pescara e Francavilla al Mare è stato solo effettuato un sopralluogo di una pattuglia della polizia municipale in compagnia di un tecnico per verificare i luoghi nei quali dovrà aperto il cantiere. Erano però diverse decine i cittadini e i rappresentanti dei comitati contrari all'infrastruttura, che impianterà la società Terna Rete Italia, presenti e pronti a far sentire la loro voce per dire no a un elettrodotto che ritengono dannoso per l'ambiente e per la natura e soprattutto pericoloso per chi ha un'abitazione a ridosso del percorso del cavidotto.
Con i cittadini anche il sindaco di San Giovanni Teatino Luciano Marinucci, unico amministratore pubblico presente, che chiede che lo spostamento dell'elettrodotto dalla Tiburtina a un nuovo tracciato compreso tra l'asse attrezzato e l'aeroporto. "La storia di questo elettrodotto è piena di lati oscuri", dicono in coro i residenti, "vogliamo che venga fatta chiarezza su tempi, impatto e rischi di questa opera".
"Il collegamento Italia-Montenegro", spiega Terna in una nota, "è necessario all'Abruzzo che, avendo un elevato deficit elettrico, deve importare energia dalle altre regioni attraverso una rete attualmente inadeguata. La società deve realizzare l'opera per legge e secondo i tempi prestabiliti dal Decreto Ministeriale n.239 del 28 luglio 2011. L'elettrodotto sarà realizzato completamente in cavi sottomarini e interrati a corrente continua: ciò renderà il suo impatto paesaggistico nullo e la produzione di campi elettromagnetici a livelli pari a quelli naturali, azzerando ogni rischio. Terna Rete Italia assicura che prima dell'apertura della stagione balneare sarà ripristinato lo stato attuale dell'area interessata".