Pescara, spari sulla strada parco: decisivo il test sul piombino

Il sospettato, il bancario residente in via Gioberti, continua a negare tutto Necessaria una verifica sull’arma e sui pallini. Oggi il rapporto alla procura

PESCARA. Continua a negare, il quarantacinquenne, di professione bancario, che nella notte tra venerdì e sabato scorsi, da una palazzina di via Gioberti, a ridosso della strada parco, avrebbe sparato, con un fucile o una pistola ad aria compressa, a tre persone che stavano passeggiando: un cinese di 44 anni, ferito gravemente ad un occhio da un pallino di piombo (il colpo è arrivato, passando per il canale lacrimale, nei pressi della giugulare), un uomo di Roseto, colpito ad un gluteo, e una ragazza di Pescara di 22 anni, che è stata sfiorata ad un braccio.

E se il sospettato si proclama innocente, per la questura, la quale, con la squadra volante guidata da Pierfrancesco Muriana, nella notte di venerdì è intervenuta tempestivamente, perquisendo, oltre all’abitazione del sospettato, anche tutti gli appartamenti del condominio dove si presume siano partiti gli spari, forti indizi sono contro di lui. Nella giornata di sabato, al bancario, che fa anche collezione di auto d’epoca, come una Ferrari d’Antan, sono state sequestrate ben 47 armi in libera vendita (non superano i 7 joule e mezzo di potenza), tra pistole e fucili.

Quello che la polizia ipotizza sia la sparatore, il quale in passato avrebbe anche accusato problemi di mobbing sul posto di lavoro, è stato sentito dagli inquirenti sabato scorso, nei locali della questura, per circa sei ore, e la denuncia nei suoi confronti prevede un’accusa di lesioni gravi (non è stato arrestato, hanno spiegato gli inquirenti, perché il sospettato non aveva intenzione di uccidere, ma solo di far male). Sempre nella giornata di sabato, il quarantacinquenne, che ha sempre negato ogni coinvolgimento, avrebbe nominato un suo legale di fiducia, l’avvocato Fabio Corradini, il quale però, ieri, raggiunto telefonicamente dal Centro, ha fatto alcune precisazioni. «Io, al momento, della vicenda non so nulla», ha sottolineato più volte.

«Per adesso», ha aggiunto, «posso soltanto dire di essere stato contattato da una persona sabato scorso. Ma altro non so. Quello che posso dire è che domani (oggi) sarò in tribunale e saprò qualcosa in più». Proprio, oggi, intanto, la questura presenterà un rapporto al pubblico ministero presso la procura della Repubblica del tribunale, Barbara Del Bono. E l’accusa dovrà dimostrare che è stata una delle armi del bancario a sparare: una prova molto difficile, visto che il fucile o pistola che sia, essendo a pressione, non può essere sottoposta allo stub. Solo un confronto tra i pallini sparati e l’anima rigata della canna potrà confermare un’eventuale compatibilità tra gli uni e l’altra.

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