Pescara, tassa sui rifiuti: caccia a 10 mila evasori

Parte il confronto tra i dati dichiarati e le mappe catastali per stanare gli evasori. Il Comune affida l’incarico a una società specializzata di Ancona

PESCARA. A Pescara parte la caccia serrata agli evasori della tassa sui rifiuti. Circa 10mila cittadini verranno sottoposti a minuziosi controlli per verificare se siano in regola con tutti i pagamenti.

Per fare questo lavoro il Comune ha assoldato degli 007 del fisco. Si tratta di una società specializzata in grado di verificare le singole posizioni dei contribuenti tramite un confronto con i dati catastali. L’obiettivo è smascherare tutti i furbi, sfuggiti sinora agli accertamenti, prima che prenda il via il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti e i servizi che ha preso il posto della Tarsu dal primo gennaio scorso.

Quanti saranno gli evasori, su 10mila posizioni da verificare, è difficile dirlo almeno per il momento. Anche l’assessore ai tributi Massimo Filippello non azzarda ipotesi. «È normale che possano registrarsi delle posizioni irregolari tra tutti questi contribuenti», avverte.

Questa, comunque, sarebbe l’offensiva finale di una lotta all’evasione partita già da diversi anni. «La nostra amministrazione», dice l’assessore, «sta portando avanti, dal 2009, una campagna per il recupero dell’evasione tributaria in ogni settore, dalla Tarsu, all’Ici, dalla Cosap fino all’Imu. Il dirigente dell’Ufficio tributi Marco Scorrano ha anche messo a punto un programma informatico che permette di individuare in tempo reale eventuali sacche di evasione».

Ma ora è necessario affinare i controlli. Per questo, l’amministrazione comunale ha pensato bene di rivolgersi, tramite una procedura negoziata, a una società esterna, la cooperativa Astrea, di Ancona, che possiede strumenti sofisticati per gli accertamenti. Erano tre le società in gara ed è stata scelta questa.

Che cosa faranno gli 007 del fisco? Prenderanno le singole dichiarazioni dei contribuenti e le metteranno a confronto con le planimetrie catastali. In pratica, si verificherà se i dati denunciati dai contribuenti corrispondano effettivamente a quelli registrati al catasto. Un cittadino, ad esempio, potrebbe aver denunciato all’Ufficio tributi una superficie del proprio appartamento inferiore a quella reale per pagare una tassa dei rifiuti più bassa. Questo è il tipico caso di elusione tributaria.

L’Ufficio comunale ha già effettuato, con strumenti tradizionali, la verifica del 70 per cento delle posizioni contributive, pari a circa 25mila cittadini.

Ora tocca ad altri 10mila con strumenti più sofisticati. «Se dal catasto risulterà una superficie maggiore, tale da far nascere il sospetto di un’evasione, determinata magari da un errore involontario», spiega Filippello, «scatterà l’avviso di accertamento per l’eventuale recupero della somma dovuta».

L’operazione non costerà quasi nulla al Comune, se non una piccola percentuale da versare alla società per ogni accertamento andato a buon fine.

«La cooperativa», fa presente l’assessore, «riceverà un compenso pari a 1,65 euro, più Iva, per ogni pratica chiusa che determinerà un recupero economico per il Comune. L’ente avrà, dunque, un incasso certo, a fronte di zero uscite». La società partirà con una revisione di 24mila planimetrie per accertare le posizioni di 10mila contribuenti, mai esaminate sino ad oggi. Gli 007, una volta accertato il sospetto di evasione, trasmetteranno la pratica agli uffici del Comune che provvederanno, a loro volta, a far partire l’avviso di accertamento nei confronti del contribuente risultato non in regola. Sarà, quindi, il Comune a provvedere all’eventuale recupero dell’evasione. Il cittadino potrà ovviamente contestare il provvedimento dimostrando agli uffici di aver agito correttamente. Il lavoro, comunque, non finirà con i 10mila accertamenti.

La società dovrebbe continuare anche con la revisione delle posizioni già verificate dall’Ufficio tributi. L’assessore spera, in questo modo, di arrivare a un censimento completo delle unità immobiliari presenti a Pescara, non solo per l’applicazione della nuova Tares, ma anche per l’Imu. «La cooperativa», rivela l’assessore, «riceverà il proprio compenso solo quando verrà chiusa definitivamente la procedura di recupero».

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