l'inchiesta

Pescara, truffa sulle tasse: alla Soget una lista di 523 politici

Il file dedicato agli amministratori trovato nel pc del direttore della società di riscossione. Nell’elenco 52 sindaci e 340 consiglieri delle quattro province

PESCARA. Una cinquantina di sindaci, 98 assessori e 340 consiglieri. Sono i numeri della lista di 523 politici trovata nei computer della Soget e finita sulla scrivania del pm Gennaro Varone che sta lavorando al caso Soget, all’inchiesta che sta cercando di capire come lavorava la società che si occupa di riscuotere tributi come tasse sui rifiuti, sulla casa e multe e se qualcuno sia stato agevolato. Nell’inchiesta l’unico indagato fino ad ora è il direttore della società Gaetano Monaco che tempo fa – come atto dovuto – ha ricevuto un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di truffa. Ma nel suo computer gli agenti della Forestale e della Squadra Mobile hanno scovato una lista dedicata ai politici, in cui viene indicata la carica e il Comune di appartenenza, il debito totale, quello perseguibile e quello scaduto: un elenco sterminato di 523 amministratori di tutte le province abruzzesi, dai piccoli comuni fino ai maggiori, indicati con il codice fiscale, con l’incarico ricoperto e, accanto, la somma della presunta morosità.La lista con 523 politici. In alcuni casi, si tratta di cifre irrisorie di una ventina di euro oppure più alte come circa 33 mila euro nell’elenco sequestrato dagli investigatori. Nessun politico è indagato e probabilmente gli amministratori non sapevano neanche di essere finiti in una lista e infatti l’attenzione degli inquirenti è su una domanda: perché nel computer della Soget c’era una lista di politici e non di altre categorie? 

Perché la Soget aveva un file Excel dedicato solo agli amministratori e non, ad esempio, ai professionisti o ad altri cittadini? E’ quell’univocità ad aver destato i sospetti della procura che dovrà interpretare quelle colonne nel file Excel ma che sta cercando di capire perché una lista ad hoc.
Può accadere di dimenticare di pagare una multa e infatti l’intento della procura non è quello di andare a caccia di eventuali evasori o di un possibile malcostume ma ragionare al contrario, partire dal documento trovato nel computer del direttore della Soget che fa ritornare alla stessa domanda: come mai un file dedicato ai politici?
La provincia di Pescara figura con alcuni politici finiti nell’elenco con cifre più alte che si aggirano anche oltre 10mila euro ma con cifre irrisorie perfino di 30 euro ma nell’elenco sono presenti anche politici delle province di Chieti, L’Aquila, Teramo così come assessori e amministratori di piccoli comuni.
Amministratori anche di altre regioni. La Soget si occupa di riscuotere le tasse sulla casa, sui rifiuti e le multe per conto di varie regioni tra cui anche la Puglia, la Calabria, la Campania ed ecco perché nell’elenco ci sono anche politici di altre regioni tra cui l’Umbria, il Lazio, la Calabria o la Puglia che fanno lievitare il debito a circa 1 milione di euro e arrivare i politici al numero di 847.
Gli investigatori esamineranno caso per caso e spulceranno le singole voci: un lavoro enorme che richiederà mesi e che, al momento, è ancora nella fase embrionale e non è detto che porti a qualcosa.
Quella lista potrebbe infatti non significare nulla perché il direttore della Soget avrebbe potuto semplicemente monitorare i debiti come, nel caso contrario, quell’elenco potrebbe essere una traccia investigativa in un’indagine più complessa che ha l’obiettivo di fare luce sui 36 milioni di euro di crediti considerati inesigibili all’ombra di un Comune in pre-dissesto.
«Un milione di debiti». L’importo complessivo che emerge dalla lista è di circa 1 milione di presunti debiti per tutti i politici e circa 700mila euro solo per gli abruzzesi.
Presunte morosità per tasse sui rifiuti, sulla casa e sulle multe che dovranno essere verificate caso per caso così come le singole voci della lista che abbina al codice fiscale altre colonne come: debito totale, debito perseguito e debito scaduto.
E’ questo un altro documento nelle mani degli investigatori che stanno cercano di fare luce sulla società di riscossione la cui sede centrale è a Taranto dove gli investigatori si sono recati tempo fa portando via materiale cartaceo e informatico.
E’ anche nella sede pugliese che sono stati portati via tutti i documenti così come in quella di Pescara in via Venezia. Mobile e Forestale hanno poi acquisito tutte le carte in Comune tra cui il carteggio con la stessa società di riscossione.
L’obiettivo ambizioso dell’inchiesta è quello di arrivare a cercare un collegamento tra i crediti che secondo l’accusa non sarebbero stati riscossi e le casse del Comune vuote ma in questa direzione, al momento, non ci sono ancora riscontri né, ad esempio, il tribunale del Riesame ha accennato al possibile legame ipotizzato dalla procura. Le indagini, comunque, proseguono per cercare di capire se la società di riscossione abbia favorito qualcuno, se il rapporto con i politici sia cristallino oppure presenti sbavature. (p.au.)