Pescaresi che si sono distinti: ecco i Ciatté e Delfino del 2022
Le onoreficenze a 14 personaggi che hanno dato lustro alla città anche fuori dall’Abruzzo e dall’Italia Tra i premiati, il manager Caputi, don Marco Pagniello e la famiglia di sportivi Fontecchio-Pomilio
PESCARA. Pescara celebra i suoi cittadini illustri e lo fa lunedì, 10 ottobre, il giorno del santo patrono, San Cetteo. Anche quest’anno, come da tradizione, il Comune consegna i riconoscimenti del Delfino d’Oro e del Ciattè d’oro, i riconoscimenti attribuiti a chi si è distinto, in Italia o fuori dai confini della penisola, per l’impegno nella cultura, nel sociale, nell’economia e nello sport. Pescaresi che si sono affermati e che hanno portato il loro nome e quello della città adriatica ben oltre l’Abruzzo.
Sono 14, in tutto, i nomi scelti per questa edizione, e la consegna avverrà alle 10 di lunedì nella sala consiliare del Comune, quando saranno illustrate anche le motivazioni delle scelte della Commissione dei saggi. Per il Ciattè d’oro il primo nome è quello della fondazione Paparella Treccia, nata su iniziativa di Raffaele Paparella Treccia: è stato lui a donato alla città, tra l’altro, una collezione di antiche ceramiche di Castelli, conservate ancora oggi a Villa Urania, dove si possono ammirare. La fondazione è presieduta da Augusto Di Luzio.
Ciattè d’oro anche ad Antonio Di Loreto, autore di numerosi prodotti multimediali, tra manuali, libri fotografici, cortometraggi ed audiovisivi, e poi allo storico del doppiaggio, autore di libri e documentari Gerardo Di Cola. Ha saputo trasmettere, gli ha scritto il sindaco Carlo Masci annunciandogli la consegna, «la passione per il cinema e diffondere l’arte del doppiaggio, coniugando le scienze matematiche e la cultura umanistica nel descrivere il mondo che ci circonda». Stesso riconoscimento a Ottorino La Rocca, della fondazione Aria, nata nel 2011 con l’obiettivo di «riunire manager, professionisti, intellettuali e artisti in un moderno cenacolo culturale, diventando il punto di riferimento di una nuova stagione nel rapporto tra arte e impresa, aziende e promozione del territorio». Scorrendo i nomi dei premiati ci sono anche quelli di Patrizia Ciaburro, del Movimento per la vita, da sempre impegnata nel sociale, già assessore al comune di Pescara. E, sempre su questo fronte, ritirerà il Ciattè d’oro don Marco Pagniello, nominato l’anno scorso direttore della Caritas Italiana (è stato direttore della Caritas diocesana, a Pescara, fino al 2020). Saranno consegnati anche due Ciattè d’oro alla memoria, voluti per dimostrare concretamente la riconoscenza della città a chi ha lasciato un segno. Uno è per Michelina Frattaruolo, per tutti Myky, morta nel 2013, ballerina e coreografa, oltre che direttrice e titolare della scuola di danza Maja. Il secondo Ciattè alla memoria è quello per ricordare Laurino Circeo.
Sei i Delfini d’oro: uno a Paolo Laporta, studioso e insegnante, un altro al manager Massimo Caputi, che si è affermato in Italia e all’estero e ha firmato molti successi. Altri 3 premiati sono componenti della stessa famiglia, campioni nel mondo dello sport, e non da oggi. Sono Daniele Fontecchio, un ex ostacolista italiano, vice campione europeo indoor sui 60 metri ostacoli, il figlio Simone, ora in America, il primo abruzzese ad approdare in Nba con la divisa degli Utah Jazz, e la madre Amalia Pomilio, per tutti Malì, ex cestista e allenatrice di pallacanestro italiana. Ultimo, ma non per importanza, Michele D’Attanasio, direttore della fotografia, vincitore del David di Donatello nel 2017 e poi di nuovo nel 2022, come autore della fotografia per il film “Freaks out”. (f.bu.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Sono 14, in tutto, i nomi scelti per questa edizione, e la consegna avverrà alle 10 di lunedì nella sala consiliare del Comune, quando saranno illustrate anche le motivazioni delle scelte della Commissione dei saggi. Per il Ciattè d’oro il primo nome è quello della fondazione Paparella Treccia, nata su iniziativa di Raffaele Paparella Treccia: è stato lui a donato alla città, tra l’altro, una collezione di antiche ceramiche di Castelli, conservate ancora oggi a Villa Urania, dove si possono ammirare. La fondazione è presieduta da Augusto Di Luzio.
Ciattè d’oro anche ad Antonio Di Loreto, autore di numerosi prodotti multimediali, tra manuali, libri fotografici, cortometraggi ed audiovisivi, e poi allo storico del doppiaggio, autore di libri e documentari Gerardo Di Cola. Ha saputo trasmettere, gli ha scritto il sindaco Carlo Masci annunciandogli la consegna, «la passione per il cinema e diffondere l’arte del doppiaggio, coniugando le scienze matematiche e la cultura umanistica nel descrivere il mondo che ci circonda». Stesso riconoscimento a Ottorino La Rocca, della fondazione Aria, nata nel 2011 con l’obiettivo di «riunire manager, professionisti, intellettuali e artisti in un moderno cenacolo culturale, diventando il punto di riferimento di una nuova stagione nel rapporto tra arte e impresa, aziende e promozione del territorio». Scorrendo i nomi dei premiati ci sono anche quelli di Patrizia Ciaburro, del Movimento per la vita, da sempre impegnata nel sociale, già assessore al comune di Pescara. E, sempre su questo fronte, ritirerà il Ciattè d’oro don Marco Pagniello, nominato l’anno scorso direttore della Caritas Italiana (è stato direttore della Caritas diocesana, a Pescara, fino al 2020). Saranno consegnati anche due Ciattè d’oro alla memoria, voluti per dimostrare concretamente la riconoscenza della città a chi ha lasciato un segno. Uno è per Michelina Frattaruolo, per tutti Myky, morta nel 2013, ballerina e coreografa, oltre che direttrice e titolare della scuola di danza Maja. Il secondo Ciattè alla memoria è quello per ricordare Laurino Circeo.
Sei i Delfini d’oro: uno a Paolo Laporta, studioso e insegnante, un altro al manager Massimo Caputi, che si è affermato in Italia e all’estero e ha firmato molti successi. Altri 3 premiati sono componenti della stessa famiglia, campioni nel mondo dello sport, e non da oggi. Sono Daniele Fontecchio, un ex ostacolista italiano, vice campione europeo indoor sui 60 metri ostacoli, il figlio Simone, ora in America, il primo abruzzese ad approdare in Nba con la divisa degli Utah Jazz, e la madre Amalia Pomilio, per tutti Malì, ex cestista e allenatrice di pallacanestro italiana. Ultimo, ma non per importanza, Michele D’Attanasio, direttore della fotografia, vincitore del David di Donatello nel 2017 e poi di nuovo nel 2022, come autore della fotografia per il film “Freaks out”. (f.bu.)
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