Pestato dai vicini dopo la lite sul pitbull 

Giovane in ospedale con un braccio rotto e ferite in viso: «Quel cane aggredisce gli altri animali. Nessuno mi ha difeso»

MONTESILVANO. Un braccio fratturato, cinque punti di sutura sul labbro e diverse contusioni su tutto il corpo. E’ il bilancio dell’aggressione subita martedì pomeriggio da Andrea Di Federico, residente delle case popolari di via Rimini, che è stato brutalmente pestato da una coppia di vicini di casa.
Un’aggressione alla quale hanno assistito varie persone, nessuna delle quali, ha detto il ragazzo, è però intervenuta per difenderlo. All’origine dell’aggressione, stando al racconto dell’uomo, le semplici lamentele espresse per la presenza di un pitbull della famiglia lasciato spesso libero di vagare nei cortili comuni degli alloggi Ater.
LA COLONIA FELINA Una presenza pericolosa, quella del pitbull, più volte segnalata da Di Federico ai proprietari e lamentata anche da altri residenti di via Rimini, che nei giorni scorsi ha causato anche la morte di uno dei gatti della colonia felina accudita dal giovane e da una donna di 80 anni. E’ per questa ragione che il residente, martedì pomeriggio, era sceso in strada armato di telefonino per riprendere il pitbull che vagava libero tra le palazzine.
Da qui, il diverbio con la coppia che poco dopo sarebbe passata alle mani. Si tratta della seconda aggressione fisica, dopo le numerose minacce verbali, subita da Di Federico che già nel 2016 aveva denunciato i combattimenti tra cani organizzati da alcuni residenti di etnia rom in via Rimini.
LE MINACCE A STRISCIA La segnalazione era arrivata anche a Striscia la notizia che aveva inviato una troupe a Montesilvano, a sua volta aggredita durante le riprese. Qualche giorno dopo il ragazzo, era stato colpito a sua volta per strada con un pugno sull’orecchio. A distanza di quattro anni, dunque, stesso luogo, stessa vittima e stessa motivazione.
«Da tempo, segnalo la pericolosità di quel cane che vaga libero per strada, tra i palazzi, e che aggredisce i gatti o i cani che trova sul suo percorso», racconta Andrea. «A questo si aggiungono i dispetti dei bambini che quando vedono i gatti rifugiarsi sugli alberi, gli tirano le pietre per farli cadere. Ed è proprio quello che è accaduto qualche tempo fa, quando un gatto è caduto ed è stato ucciso dal cane. Ho segnalato l’episodio con grande educazione e calma ai proprietari che si erano mostrati anche disponibili».
Almeno fino a martedì. «Ho notato dal balcone che il cane era nuovamente libero e stava dando la caccia ai gatti della colonia e sono sceso in strada per filmare con il telefonino», prosegue. «Ma in quel momento sono scesi anche moglie e marito e hanno iniziato prima a insultarmi con la scusa che non dovevo riprendere i bambini, che io logicamente non avrei mai ripreso, poi a minacciarmi e infine prima lei e poi lui mi hanno aggredito con schiaffi e pugni fino a quando sono caduto a terra stordito. Quando mi sono ripreso, loro sono andati via senza soccorrermi, anzi minacciando addirittura la donna anziana che era con me e gridandomi contro la frase omofoba “fr..io di m...a”».
L’OMERTÀ Ferito e sanguinante, Di Federico ha chiamato l’ambulanza ed è stato trasportato all’ospedale con una ferita sul labbro, un braccio fratturato e diverse contusioni. Sul posto sono intervenuti anche la polizia municipale e il nucleo radiomobile dei carabinieri che hanno cercato di ricostruire l’accaduto anche interpellando alcuni residenti.
«Come accade sempre però», evidenzia Di Federico, «tutti erano affacciati, ma nessuno ha visto niente. Le persone hanno paura di parlare, io invece mi spezzo, ma non mi piego e oggi andrò dai carabinieri a sporgere denuncia».
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