DA SETTEMBRE SETTIMANA CORTA
«Più forti delle minacce Sarà un Classico rivolto al mondo del lavoro»
A Pescara la preside D’Amico difende la scelta del consiglio d’istituto «Ho chiamato la Digos dopo dichiarazioni di guerra sui social»
PESCARA. La settimana corta sarà una «scommessa educativa» che permetterà, tra le altre iniziative, di proiettare gli studenti del liceo classico D'Annunzio «direttamente nel mondo del lavoro» attraverso i nuovi strumenti ministeriali (resi obbligatori dalla legge sulla Buona Scuola) dell'alternanza scuola lavoro. E' questo il passaggio chiave della conferenza stampa indetta ieri mattina dalla preside dell'istituto di via Venezia, Donatella D'Amico, che alle polemiche e alle proteste in strada di questi giorni, scatenate da un centinaio («su 850 alunni e 1600 genitori») tra genitori, docenti e studenti, contrari alla riforma di matrice europeista, ha voluto rispondere mettendo sull'infuocato tavolo delle trattative «i nuovi percorsi organizzativi della scuola».
Ma a seguito di tanti «momenti di tensione e minacce vissuti in questi giorni» e «per garantire la serenità di tutti», la dirigente ha confessato di aver voluto gli agenti della Digos e della squadra mobile a presidiare gli esterni della scuola e il consiglio di istituto. Presenti all'incontro con la stampa anche il presidente e il vice presidente del consiglio d'istituto Paola Damiani e Susanna DellaTorre, due dei quattro genitori (gli altri sono Daniela Iacobucci e Daniela Puglisi) che hanno avanzato la proposta di settimana corta, prima votata favorevolmente dal collegio dei docenti (35 contro 33 e 2 astensioni) e poi approvata, due sere fa, anche dal consiglio di istituto con 10 voti a favore (4 genitori, 4 docenti e 2 Ata), 1 astenuto (la preside) e 7 contrari (3 docenti e 4 alunni di cui 3 uscenti).
Dunque, adesso è ufficiale: a settembre si parte con la settimana corta?
Sì, cominciamo questa grande avventura nella speranza che anche quelli che oggi ci osteggiano, domani possano comprendere l'opportunità di un cambiamento che non va fermato, perché tutta l'Europa lo chiede, ma anche da noi ci sono esempi di settimana corta che funzionano benissimo come il Giambattista Vico di Chieti o come altre scuole di Pescara e provincia. Fra un anno possiamo rivederci e fare il punto della situazione, perché si vuole un liceo immutato se i tempi cambiano? Alle famiglie, studenti e docenti, che abbiamo incontrato il 13 e 14 giugno durante le assemblee nell'aula magna avremmo voluto spiegare l'importanza e la visione lontana di una scommessa educativa che non sarà solo qualche ora in più in tempi più corti, ma darà la possibilità di passare più tempo in famiglia.
Come cambierà il liceo classico con l'introduzione obbligatoria dell'alternanza scuola-lavoro?
Il liceo classico tradizionale non cambierà. Ma si evolverà e offrirà un'apertura verso il mondo del lavoro, questa è la vera novità. Permetterà ai giovani di capire ciò che vogliono, ma anche ciò che non vogliono nella vita e nella carriera professionale. Quello che oggi diciamo alla stampa è esattamente ciò che avremmo voluto spiegare ai dissenzienti nel pieno rispetto di tutte le parti coinvolte in questa vicenda, ma non ci è stato possibile.
Perché?
Avevamo organizzato due turni di accoglienza mercoledì scorso, alle 10 per il ginnasio e alle 11 per il liceo, ma sono arrivati tutti in massa, hanno rifiutato di farsi registrare e fatto un ingresso irruento. Alzavano la voce, sovrastando quella nostra, non davano la possibilità agli altri di esprimersi. Facevano domande, ma non ascoltavano le risposte. Dovete ritirare il provvedimento, ci dicevano alzando il tono di voce. Siamo stati anche minacciati in questi giorni, ci hanno fatto male queste reazioni. Ma, anche se sappiamo che i ragazzi a questa età si infiammano facilmente, la tensione è arrivata alle stelle quando abbiamo letto sui social delle vere e proprie dichiarazioni di guerra. Per queste ragioni abbiamo voluto la Digos , in sala professori, durante il consiglio a cui hanno partecipato 30 uditori, tra genitori e studenti, che hanno tentato di protestare ma la situazione si è ricomposta subito alla vista degli agenti.
Le polemiche non vi hanno fermato?
Avremmo ritirato la proposta se il collegio docenti non avesse votato favorevolmente.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma a seguito di tanti «momenti di tensione e minacce vissuti in questi giorni» e «per garantire la serenità di tutti», la dirigente ha confessato di aver voluto gli agenti della Digos e della squadra mobile a presidiare gli esterni della scuola e il consiglio di istituto. Presenti all'incontro con la stampa anche il presidente e il vice presidente del consiglio d'istituto Paola Damiani e Susanna DellaTorre, due dei quattro genitori (gli altri sono Daniela Iacobucci e Daniela Puglisi) che hanno avanzato la proposta di settimana corta, prima votata favorevolmente dal collegio dei docenti (35 contro 33 e 2 astensioni) e poi approvata, due sere fa, anche dal consiglio di istituto con 10 voti a favore (4 genitori, 4 docenti e 2 Ata), 1 astenuto (la preside) e 7 contrari (3 docenti e 4 alunni di cui 3 uscenti).
Dunque, adesso è ufficiale: a settembre si parte con la settimana corta?
Sì, cominciamo questa grande avventura nella speranza che anche quelli che oggi ci osteggiano, domani possano comprendere l'opportunità di un cambiamento che non va fermato, perché tutta l'Europa lo chiede, ma anche da noi ci sono esempi di settimana corta che funzionano benissimo come il Giambattista Vico di Chieti o come altre scuole di Pescara e provincia. Fra un anno possiamo rivederci e fare il punto della situazione, perché si vuole un liceo immutato se i tempi cambiano? Alle famiglie, studenti e docenti, che abbiamo incontrato il 13 e 14 giugno durante le assemblee nell'aula magna avremmo voluto spiegare l'importanza e la visione lontana di una scommessa educativa che non sarà solo qualche ora in più in tempi più corti, ma darà la possibilità di passare più tempo in famiglia.
Come cambierà il liceo classico con l'introduzione obbligatoria dell'alternanza scuola-lavoro?
Il liceo classico tradizionale non cambierà. Ma si evolverà e offrirà un'apertura verso il mondo del lavoro, questa è la vera novità. Permetterà ai giovani di capire ciò che vogliono, ma anche ciò che non vogliono nella vita e nella carriera professionale. Quello che oggi diciamo alla stampa è esattamente ciò che avremmo voluto spiegare ai dissenzienti nel pieno rispetto di tutte le parti coinvolte in questa vicenda, ma non ci è stato possibile.
Perché?
Avevamo organizzato due turni di accoglienza mercoledì scorso, alle 10 per il ginnasio e alle 11 per il liceo, ma sono arrivati tutti in massa, hanno rifiutato di farsi registrare e fatto un ingresso irruento. Alzavano la voce, sovrastando quella nostra, non davano la possibilità agli altri di esprimersi. Facevano domande, ma non ascoltavano le risposte. Dovete ritirare il provvedimento, ci dicevano alzando il tono di voce. Siamo stati anche minacciati in questi giorni, ci hanno fatto male queste reazioni. Ma, anche se sappiamo che i ragazzi a questa età si infiammano facilmente, la tensione è arrivata alle stelle quando abbiamo letto sui social delle vere e proprie dichiarazioni di guerra. Per queste ragioni abbiamo voluto la Digos , in sala professori, durante il consiglio a cui hanno partecipato 30 uditori, tra genitori e studenti, che hanno tentato di protestare ma la situazione si è ricomposta subito alla vista degli agenti.
Le polemiche non vi hanno fermato?
Avremmo ritirato la proposta se il collegio docenti non avesse votato favorevolmente.
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