«Piano degli imputati contro investigatori»
La tesi della Mobile: incontri al ristorante con ex giudici e poliziotti per condizionare testimoni
PESCARA. Un poliziotto spiato per confezionare un esposto anonimo su presunti abusi edilizi o per attaccare la sua famiglia servendosi di un «manovale prezzolato del crimine». È questo il cuore dell’indagine figlia del processo Ciclone sul presunto malaffare al Comune di Montesilvano: indagando per falsa testimonianza, la squadra mobile ha scoperto uno scambio di mail tra l’indagato Guglielmo Di Febo e Paolo Di Blasio, arrestato il 15 novembre 2006, imputato al processo Ciclone e rieletto in consiglio a Montesilvano il 7 maggio scorso con 416 preferenze. In allegato 4 immagini della casa del sostituto commissario Giancarlo Pavone, investigatore in prima linea nelle indagini: il viale d’accesso, l’ingresso pedonale, il cancello e il giardino. «È in atto un tentativo di gettare discredito e di ostacolare l’azione degli inquirenti», è la tesi della polizia che parla anche di «condizionamento di testimoni». Anche per questa ingerenza nella vita privata di un investigatore, la Mobile avrebbe voluto arrestare un’altra volta Enzo Cantagallo, ex sindaco Pd di Montesilvano, e l’ex assessore Di Febo: «Attesi i gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico degli indagati, considerato il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, valuti l’opportunità di richiedere l’emissione di idonee misure cautelari», così c’è scritto su un rapporto mandato al pm Gennaro Varone avanzando le richieste di arresti domiciliari.
L’informativa della polizia disegna un piano di attacco degli inquisiti contro gli investigatori per delegittimare le indagini: «Nella loro perniciosa e malevola opera di mistificazione e, talvolta, di intimidazione, gli stessi indagati si sono serviti in maniera spregiudicata di una fitta rete di rapporti intessuti a vario titolo con referenti istituzionali di alto livello, tra cui lo stesso dottor Angelo Raffaele Angelini (ex presidente della sezione civile del tribunale, ndr), pubblici ufficiali ed appartenenti alla polizia di Stato, imprenditori e faccendieri di vario genere ben inseriti nel panorama politico-economico locale».
Nelle 32 pagine del rapporto, Angelini compare 14 volte: all’ex giudice, la polizia non contesta addebiti. Dal rapporto, emergono cene al ristorante con gli imputati del processo Ciclone. ©RIPRODUZIONE RISERVATA