Piove dal tetto, incubo nelle case di via Moro 

L’allarme di un inquilino: costretti a stare con bacinelle e teli per raccogliere l’acqua, l’Ater non arriva

PESCARA. Vivere con l’incubo della pioggia, perché ogni volta che piove si allaga il soggiorno. E in fretta e furia vanno srotolati i teloni, spostati i mobili e piazzate pentole e bacinelle a terra per raccogliere l’acqua. Succede in via Aldo Moro, in un alloggio Ater all’ottavo piano del civico 21 dove quando non c’è l’acqua c’è il cattivo odore dell’umidità che ha invaso il soffitto. Una scena che con le piogge delle ultime settimane si è ripetuta più e più volte, gettando nell’angoscia la famiglia di quattro persone che ci abita. A raccontarlo è Raffaele Del Gaudio: «È una situazione che va avanti già dal 2020», denuncia l’inquilino, «il nostro appartamento sta sotto al tetto e agli stanzini e le infiltrazioni ci sono da tempo. L’Ater è venuta una volta e ci ha sistemato dentro casa, ma senza risolvere il problema dle tetto. e così ormai quando piove è un incubo continuo. Da allora ho mandato mail di continuo, ripetono che devono venire a fare i lavori, ma 3 4 mesi fa, che hanno riverniciato il palazzo, una volta finito se ne sono andati, dimenticandosi del problema del tetto. Stessa cosa per la guaina, che da un mese si è staccata, ma anche in questo caso son ovenuti hanno transennato e se ne sono andti, lasciando tutto così. E intanto continuiamo ad avere bacinelle e umidità in soggiorno. Ormai la macchia dell’infiltrazione si è allargata, abbiamo dovuto spostare il tavolo, il divano, non ci si può più stare. E tutto senza avere una risposta, senza sapere come e quando verranno a sistemare il problema, che peraltro»; prosegue l’inquilino, «riguarda anche l’altro appartamento dell’ottavo piano. Non sappiamo più come farci ascoltare. Abbiamo i mobili danneggiati, una stanza inutilizzabile, la puzza di umidità e l’incubo che l’inverno avanza e le piogge proseguiranno. E considerando le intensità con cui ora arrivano i temporali, non si sa cosa ci aspetta ancora».