PESCARA
Pirata della strada, scoperte nuove immagini
La mamma e il figlio in scooter travolti da un'auto in via Nazionale Adriatica: i vigili urbani scovano filmati ad alta definizione, l'automobilista alla guida della Panda bianca potrebbe avere le ore contate. Nell'incidente l'auto ha perso uno specchietto
PESCARA. Dopo giorni di ricerche a tappeto, a caccia dell’immagine che incastri il pirata della strada che domenica ha investito con una Panda bianca madre e figlio sullo scooter, in via Nazionale Adriatica, i vigili urbani sarebbero vicini alla soluzione. Gli uomini dell’Infortunistica diretti dal maggiore Matteo Silvestris, avrebbero infatti trovato il filmato, l’unico filmato ad alta definizione tra gli oltre dieci visionati da lunedì, capace di svelare la targa della Panda bianca ricercata.
La risposta, e l’eventuale svolta alle indagini, potrebbe arrivare già oggi. Finora, gli indizi in possesso della polizia municipale sono, oltre al modello, al colore e al tipo di macchina, anche il fatto che il conducente è certamente un uomo. E, anche, che nell’urtare con la fiancata destra, il lato sinistro dello scooter praticamente fermo al centro della carreggiata, impegnato con la freccia a svoltare a sinistra in via Cadorna, l’automobilista ha rotto lo specchietto retrovisore lato passeggero.
Un dettaglio che ha messo subito in movimento i vigili urbani, nel tentativo di anticipare l’automobilista nella riparazione del danno chelo avrebbe potuto incastrare. Ma sono passati i giorni e non è stato trovato nulla, con il tempo che gioca solo a favore del conducente ricercato. Per questo resta la targa, l’elemento decisivo per dare un nome e un volto all’uomo che intorno alle tre di domenica pomeriggio si è avventurato a tutta birra in un sorpasso che solo per una frazione di secondo non si è concluso in tragedia. I due testimoni presenti al momento dell’investimento lungo la Nazionale a un passo da piazza Duca, hanno riferito che la macchina correva e che, quando ha toccato e sbalzato a terra dallo scooter la madre con il bambino di sei anni, il conducente ha finito con l’accelerare, rendendo impossibile qualsiasi tentativo, che pure c’è stato, di individuare la targa. «Le fatalità possono avvenire», aveva commentato proprio sul Centro Silvia Quarta, la professoressa travolta con il figlio sullo scooter, «ma è disumano pensare che una persona possa lasciare a terra unbambino». (s.d.l.)
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