Piscina provinciale chiusa, "I disabili di Pescara senza assistenza da 9 mesi"
Il coordinatore della scuola nuoto Orione si sfoga dopo lo sfratto della Provincia: "Ci accusano di morosità ma siamo stati abbandonati, la politica ci ha fatto fuori"
PESCARA. «In 11 anni siamo riusciti a far nuotare tutti: ricchi, poveri, giovani e anziani, ma soprattutto tutte le persone disabili che si sono presentate nella nostra piscina. Ma questo nessuno l’ha mai tenuto in considerazione: non sapevano o forse non volevano sapere?». È una domanda amara quella che rimbalza nelle parole di Giustino Lotti, coordinatore della scuola di nuoto federale Asd Orione. L’atleta disabile, 32 anni, in grado di nuotare per 12 ore di fila usando un braccio solo, è uno dei tanti ragazzi che, dopo la chiusura della piscina di via Einaudi a causa di un contenzioso tra l’ex gestore e la Provincia, adesso non ha più un posto dove allenarsi e dove socializzare con altrettanti sportivi diversamente abili e normodotati.
Un problema sociale oltre che economico. La struttura, al confine tra Rancitelli e San Donato, grazie al tariffario contenuto dava la possibilità di fare sport a persone di tutte le estrazioni sociali, contando in media circa duecento utenti. L’impianto, gestito fino a dicembre scorso da Matteo Iacono, presidente dell’Orione, dava lavoro a 12 ragazzi, di cui 6 disabili. Tutti loro adesso hanno perso quell’oasi di serenità e integrazione. Giustino ce l’ha con il presidente della Provincia Guerino Testa e con il suo vice Fabrizio Rapposelli, che nei giorni scorsi hanno annunciato un piano di ristrutturazione da 750 mila euro. L’Orione, invece, è stata sfrattata a causa del mancato pagamento dei canoni di affitto (17 mila euro), delle utenze (100 mila euro) e per i lavori di manutenzione mai fatti (250 mila euro). «Sono sempre più convinto», rimarca l’istruttore, «che persone come Testa e Rapposelli non riescano a concepire lo sport per tutti e né ad accertare che un ex atleta agonista disabile come me possa diventare un istruttore di nuoto, assistente bagnanti o addirittura coordinatore di vasca in una piscina per tutti». L’atleta ci tiene a far sentire il suo malumore «per la continua presa in giro da parte dei nostri politici: rossi, neri e grigi». «L'attuale giunta», dice, «ha gettato fango sulla nostra gestione senza pietà, sottolineando la scarsa manutenzione, senza mai in tre anni oltrepassare quel cancello e capire almeno chi ci fosse lì e cosa stesse facendo».
Giustino Lotti fa l’elenco dei problemi della struttura: «Crepe, dispersione del 70 per cento del riscaldamento, spogliatoi marci mai aperti, vasca che perde 10mila litri d'acqua potabile al giorno, caldaie per l'acqua calda sostituite a nostre spese. Tutti disagi che ci sono stati consegnati a monte: trattasi di manutenzione straordinaria e quindi spettava all'Ente intervenire. Ma invece, grazie a quel contratto del 2011 che abbiamo firmato a forza per evitare che rimanessero a casa tutti i nostri utenti speciali e con loro i 12 lavoratori di cui 6 disabili, sono riusciti a portarci allo stremo. Ci hanno obbligato ad accollare le utenze che noi, consapevoli degli enormi sprechi da loro causati, non abbiamo volturato, oltre al canone e ai lavori di ristrutturazione». «Per 12 anni», si sfoga l’istruttore, «la risposta è stata che non ci sono i soldi. Adesso apprendiamo dai giornali che i soldi ci sono, anzi sono il doppio di quelli che occorrevano un anno fa. È chiaro agli occhi di tutti che noi siamo stati fatti fuori ed ora, la piscina provinciale non sarà altro che uno splendido bigliettino da visita per le prossime elezioni».
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