Ponte, Pichler pronto a intervenire
Il progettista: no alla rimozione della copertura. Il Pd: la soluzione c’è già.
PESCARA. «Il ponte del Mare è un oggetto unico, non vorrei che si iniziasse a smontare pannelli senza più rimontarli: credo che si possa trovare una soluzione funzionale e accettabile dal punto di vista estetico. Se il Comune mi chiede di fare una verifica, sono disponibile». È pronto a esaminare il problema legato alla manutenzione delle idrovore l’architetto Walter Pichler.
Nel suo studio di Bolzano le notizie che arrivano da Pescara rimbalzano impreviste: «Nessuno finora mi aveva mai parlato di questo problema: è una questione tecnica, immagino che sia stata risolta a livello tecnico» dice il progettista dell’opera, «sentirò il direttore dei lavori Nicola Di Mascio per capire esattamente cosa sta accadendo»
IL PD: FALSI ALLARMISMI Il giorno dopo l’allarme lanciato dal presidente della commissione Lavori pubblici Armando Foschi, il Pd parla di «falsi allarmismi» e sbandiera il documento che, dice Enzo Del Vecchio, smonta le argomentazioni della maggioranza. Il problema, sottolinea il Pd, era da mesi noto al Comune e, dopo numerosi sopralluoghi, era già stato risolto: per effettuare la manutenzione delle sei pompe idrovore che si trovano alla base del ponte, all’altezza del primo segmento, non servirebbe rimuovere definitivamente la copertura: «Ma la conoscenza di tutto questo richiedeva uno sforzo di lettura e approfondimento troppo impegnativo» ironizza Del Vecchio. «Nessuno tocchi il ponte del Mare» mette in guardia il neo-segretario cittadino Stefano Casciano, «qualsiasi tentativo di demolire simbolicamente l’opera sarà contrastato non solo da noi, ma da tutta la città».
IL VADEMECUM TECNICO Il manuale è un progetto di quattro pagine, esclusa copertina e disegni, che porta la data del 12 ottobre 2009: Oggetto: «Sfilaggio pompe impianto di sollevamento Bo, piano di smontaggio e rimontaggio centine e rete». A firmarlo, la Mospeca srl, una delle tre imprese che, con De Cesaris e Solisonda, ha realizzato l’opera. Il progetto, consegnato al Comune al termine dei lavori, spiega nei dettagli come procedere allo smontaggio dei pannelli di lamiera traforata e delle centine che li sorreggono per poi calare i cavi necessari a sollevare le pompe. Vengono indicati le attrezzature e il personale necessario, le modalità di esecuzione e i tempi necessari.
«Per risolvere il problema» si legge, «sono state create nell’impalcato sei aperture per permettere in passaggio della fune dell’autogru utilizzata per l’aggancio e il posizionamento delle pompe sul sistema di scorrimento e sono state modificate le centine metalliche dalla 2 alla 12 per renderle rimovibili senza smontare l’intero parapetto». Per rimuovere ciascun pannello a rete è indicato il tempo di 25 minuti, altrettanti per ogni centina.
«Durante i lavori abbiamo avuto numerosi incontri con Aca ed ente d’ambito: tutto il posizionamento del ponte, i fori sono stati concordati» spiega Di Mascio, «l’unica perplessità sono stati i rivestimenti che, quando si è fatto il sopralluogo finale, sono apparsi d’ostacolo: a questo l’impresa ha sopperito rendendoli smontabili e realizzando il vadememecum richiesto. Adesso dovrà essere il Comune a decidere se rimuovere i pannelli in via definitiva o temporanea».
L’ACA: VIA I PANNELLI «Noi abbiamo fatto segnalazioni fin dall’inizio, sia come Aca che come ente d’ambito» conferma il direttore generale dell’Aca Bartolomeo Di Giovanni, «e all’epoca venne spostata leggermente la partenza del ponte: il problema sono le idrovore che entrano in funzione quando piove molto per evitare allagamenti, tra il piazzale e il ponte non c’è lo spazio sufficiente, per questo la direzione dei lavori si impegnò a rendere smontabile parte della protezione.
Oggi chiediamo al Comune di adoperarsi per permettere la manutenzione dell’impianto, già prevista per metà gennaio, che va eseguita al più presto». La soluzione ideale, per l’Aca, sarebbe la rimozione definitiva della copertura esterna: «All’epoca avevamo chiesto che non fosse applicata affatto, ma ci venne detto che non era possibile per ragioni architettoniche. La manutenzione programmata si fa una volta l’anno, il problema è se si deve intervenire in caso di guasti improvvisi».
FOSCHI INSISTE Lo ribadisce Foschi: «Non sono contrario al ponte, ma il problema sono gli interventi non programmabili: il 31 dicembre, per sostituire le valvole rotte, i tecnici dell’Aca hanno lavorato per 5 ore ed è stato necessario chiudere la pista ciclo-pedonale per far passare la gru e per lo smontaggio dei pannelli. Saranno i tecnici a indicare la soluzione, se smontare definitivamente gli elementi o chiudere il ponte ogni volta».
Nel suo studio di Bolzano le notizie che arrivano da Pescara rimbalzano impreviste: «Nessuno finora mi aveva mai parlato di questo problema: è una questione tecnica, immagino che sia stata risolta a livello tecnico» dice il progettista dell’opera, «sentirò il direttore dei lavori Nicola Di Mascio per capire esattamente cosa sta accadendo»
IL PD: FALSI ALLARMISMI Il giorno dopo l’allarme lanciato dal presidente della commissione Lavori pubblici Armando Foschi, il Pd parla di «falsi allarmismi» e sbandiera il documento che, dice Enzo Del Vecchio, smonta le argomentazioni della maggioranza. Il problema, sottolinea il Pd, era da mesi noto al Comune e, dopo numerosi sopralluoghi, era già stato risolto: per effettuare la manutenzione delle sei pompe idrovore che si trovano alla base del ponte, all’altezza del primo segmento, non servirebbe rimuovere definitivamente la copertura: «Ma la conoscenza di tutto questo richiedeva uno sforzo di lettura e approfondimento troppo impegnativo» ironizza Del Vecchio. «Nessuno tocchi il ponte del Mare» mette in guardia il neo-segretario cittadino Stefano Casciano, «qualsiasi tentativo di demolire simbolicamente l’opera sarà contrastato non solo da noi, ma da tutta la città».
IL VADEMECUM TECNICO Il manuale è un progetto di quattro pagine, esclusa copertina e disegni, che porta la data del 12 ottobre 2009: Oggetto: «Sfilaggio pompe impianto di sollevamento Bo, piano di smontaggio e rimontaggio centine e rete». A firmarlo, la Mospeca srl, una delle tre imprese che, con De Cesaris e Solisonda, ha realizzato l’opera. Il progetto, consegnato al Comune al termine dei lavori, spiega nei dettagli come procedere allo smontaggio dei pannelli di lamiera traforata e delle centine che li sorreggono per poi calare i cavi necessari a sollevare le pompe. Vengono indicati le attrezzature e il personale necessario, le modalità di esecuzione e i tempi necessari.
«Per risolvere il problema» si legge, «sono state create nell’impalcato sei aperture per permettere in passaggio della fune dell’autogru utilizzata per l’aggancio e il posizionamento delle pompe sul sistema di scorrimento e sono state modificate le centine metalliche dalla 2 alla 12 per renderle rimovibili senza smontare l’intero parapetto». Per rimuovere ciascun pannello a rete è indicato il tempo di 25 minuti, altrettanti per ogni centina.
«Durante i lavori abbiamo avuto numerosi incontri con Aca ed ente d’ambito: tutto il posizionamento del ponte, i fori sono stati concordati» spiega Di Mascio, «l’unica perplessità sono stati i rivestimenti che, quando si è fatto il sopralluogo finale, sono apparsi d’ostacolo: a questo l’impresa ha sopperito rendendoli smontabili e realizzando il vadememecum richiesto. Adesso dovrà essere il Comune a decidere se rimuovere i pannelli in via definitiva o temporanea».
L’ACA: VIA I PANNELLI «Noi abbiamo fatto segnalazioni fin dall’inizio, sia come Aca che come ente d’ambito» conferma il direttore generale dell’Aca Bartolomeo Di Giovanni, «e all’epoca venne spostata leggermente la partenza del ponte: il problema sono le idrovore che entrano in funzione quando piove molto per evitare allagamenti, tra il piazzale e il ponte non c’è lo spazio sufficiente, per questo la direzione dei lavori si impegnò a rendere smontabile parte della protezione.
Oggi chiediamo al Comune di adoperarsi per permettere la manutenzione dell’impianto, già prevista per metà gennaio, che va eseguita al più presto». La soluzione ideale, per l’Aca, sarebbe la rimozione definitiva della copertura esterna: «All’epoca avevamo chiesto che non fosse applicata affatto, ma ci venne detto che non era possibile per ragioni architettoniche. La manutenzione programmata si fa una volta l’anno, il problema è se si deve intervenire in caso di guasti improvvisi».
FOSCHI INSISTE Lo ribadisce Foschi: «Non sono contrario al ponte, ma il problema sono gli interventi non programmabili: il 31 dicembre, per sostituire le valvole rotte, i tecnici dell’Aca hanno lavorato per 5 ore ed è stato necessario chiudere la pista ciclo-pedonale per far passare la gru e per lo smontaggio dei pannelli. Saranno i tecnici a indicare la soluzione, se smontare definitivamente gli elementi o chiudere il ponte ogni volta».