Porto canale invaso da una marea oleosa
Uno sversamento di nafta si è esteso lungo il fiume sino alla foce, la Capitaneria al lavoro per bloccare l’inquinamento
PESCARA. Ieri, il porto canale è stato invaso da un’enorme chiazza di nafta. Una marea oleosa, estesa sino alla foce del fiume Pescara, che è arrivata a minacciare il litorale, per il momento senza conseguenze per le spiagge e per la balneazione.
L’avvistamento è avvenuto sin dalla prima mattinata, quando alcuni proprietari di imbarcazioni ormeggiate nel porto canale hanno sentito un forte odore di nafta e hanno notato nell’acqua delle chiazze oleose all’altezza del Circolo nautico. È scattato subito l’allarme, qualcuno ha chiamato la Capitaneria di porto per segnalare l’avvistamento (nelle foto in alto di Giampiero Lattanzio la sequenza della mattinata).
Nel frattempo, la situazione è andata peggiorando, perché la corrente ha piano piano esteso la marea oleosa, dall’altezza del ponte Risorgimento fino alla foce del fiume. L’odore acre della nafta si è sparso per tutto il lungofiume, creando allarme anche tra i pescatori, preoccupati per il fatto che la chiazza potesse invadere il mare. Proprio adesso che l’acqua del litorale, secondo le ultime analisi dell’Arta, è tornata pulita anche nel tratto antistante via Balilla, risultato inquinato nei precedenti controlli di inizio mese.
Nel giro di poco tempo, dall’allarme per lo sversamento, sono arrivati sul posto i militari della Capitaneria che hanno subito cominciato a prelevare campioni di acqua contaminata. Campioni che sono stati poi consegnati all’Arta per avere conferma con le analisi del tipo di sostanza sversata nel porto canale, anche se appare quasi certo che si tratti di nafta o gasolio.
In proposito, alcuni proprietari di imbarcazioni ormeggiate sul lungofiume hanno rivelato che anche lunedì scorso avrebbero avvistato una chiazza oleosa, ma con dimensioni molto più contenute di quella di ieri.
In tarda mattinata, ci sono stati altri interventi degli uomini della Capitaneria nel porto canale per cercare di arginare la marea di nafta. Al riguardo, sono stati utilizzati dei grossi teli bianchi, chiamati in gergo fazzoletti, per ripulire il più possibile il fiume nei punti apparsi più inquinati.
Ma il lavoro dei militari si è concentrato anche su un altro fronte, quello cioè di individuare le cause di questo improvviso inquinamento del fiume Pescara. La Capitaneria ha chiamato persino i tecnici dell’Aca per verificare se vi fossero sversamenti di nafta nella rete fognaria delle acque bianche che sfocia nel fiume. Ma gli esperti dell’azienda acquedottistica non hanno riscontrato alcuna anomalia. I militari hanno escluso anche un’eventuale perdita nel vicino distributore di carburante all’interno del porto.
«Un’ipotesi tutta da verificare», hanno spiegato fonti della Capitaneria, «potrebbe essere una perdita di carburante da qualche imbarcazione». Ma, al momento, non ci sono conferme in questo senso. E non si sa nemmeno quanti litri di nafta possano essere finiti nell’acqua del porto canale.
Nel tardo pomeriggio, le stesse fonti della Capitaneria di porto hanno annunciato che l’enorme chiazza oleosa era stata in gran parte arginata con gli interventi di ripulitura del fiume.
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