Porto, esplode un'altra protesta

Catone annuncia lavori più veloci, ma non convince la marineria

PESCARA. Un'ordinanza di chiusura del porto canale ai pescherecchi e la promessa di un maxi vertice, previsto per lunedì, per decidere se gettare o no i fanghi in mare e avviare un dragaggio più celere, hanno fermato un'altra giornata di dure proteste della marineria. In mattinata, l'esasperazione di armatori e pescatori, costretti a lavorare da mesi in un porto quasi totalmente inagibile, è sfociata, prima, in un blocco del traffico sul ponte Risorgimento e, poi, nell'occupazione dell'Asse attrezzato, così come era accaduto mercoledì scorso. Ci sono stati momenti di forte tensione. Il sindaco Luigi Albore Mascia è stato pesantemente contestato.

CONTRIBUTI AI PESCATORI La mattinata è cominciata con una riunione, convocata dall'assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo, negli uffici di via Catullo. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco Mascia, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri e alcuni armatori in rappresentanza della categoria. Febbo si è impegnato a reperire dei fondi per assicurare ai pescatori i contributi, chiamati «de minimis», come risarcimento parziale per i danni subiti per il porto quasi inaccessibile. «Probabilmente», ha detto l'assessore, «già la prossima settimana riusciremo a portare in giunta il decreto per sbloccare la situazione. In pratica, la Regione dovrebbe anticipare i soldi per conto della Ue».

CONTESTATO MASCIA Durante l'incontro, i rappresentanti della marineria hanno chiesto, con toni accesi, un serio impegno della Regione per il reperimento dei fondi da utilizzare come indennizzi da ricevere per i danni subiti dalle imbarcazioni per i fondali del porto troppo bassi. La legge prevede per i pescatori un contributo di 20mila euro per tre anni. Gli armatori hanno abbandonato la riunione insoddisfatti e all'uscita dall'assessorato sono partite le contestazioni a Mascia, accusato di volere l'arresto dei pescatori, che mercoledì scorso hanno dato vita ai violenti scontri davanti alla Direzione marittima. Si tratta di voci, riprese da alcuni organi di stampa e smentite ieri dal sindaco. Sta di fatto che alcuni marittimi hanno gridato «Vergogna» contro il primo cittadino e poi sono partiti i cori in favore dell'ex sindaco Luciano D'Alfonso e del sottosegretario Nino Sospiri, scomparso alcuni anni fa.

MAXI VERTICE LUNEDI' I pescatori, dopo aver fermato le auto per alcuni minuti sul ponte Risorgimento, si sono diretti alla prefettura dove era prevista la conferenza stampa del neo sottosegretario all'Ambiente Giampiero Catone sui problemi del porto. Il sottosegretario si è presentato con 35 minuti di ritardo. Nel frattempo la marineria, radunata sotto la prefettura, ha fatto esplodere quattro grossi petardi. Oltre una trentina di uomini delle forze dell'ordine, tra polizia e carabinieri, hanno presidiato tutta la zona. La conferenza stampa si è trasformata in una vetrina per i politici. Erano presenti, oltre a Catone, il sindaco Mascia, il presidente della Provincia Guerino Testa, il prefetto Vincenzo D'Antuono, il comandante della Direzione marittima Pietro Verna, l'assessore regionale Febbo. Catone ha promesso interventi rapidi e urgenti per il porto e ha ammesso che finora il dragaggio è stato condotto in maniera errata. «Con le analisi dell'Arta e il campionamento dell'Ispra potremo ripartire con il dragaggio», ha spiegato, «ora, si tratta di capire se lo sversamento dei fanghi potrà avvenire in mare, oppure no». Il sottosegretario ha poi promesso un vertice per lunedì mattina, alle 10,30, in prefettura, con i tecnici dei ministeri interessati per decidere come dragare. Ma quando i pescatori hanno appreso che l'ordinanza di chiusura parziale del porto canale ai pescherecci, promessa giovedì scorso, non era stata ancora firmata è partita di nuovo la protesta con l'occupazione dell'Asse attrezzato. C'è stata subito una riunione in prefettura per limare alcuni punti dell'ordinanza, firmata poi in serata. Alle 14, la marineria ha sospeso la protesta.

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