Porto, riesplode la protesta

Pescatori in corteo per incontrare due ministri, la Regione chiede al governo l’anticipo del fermo

PESCARA. I pescatori tornano a protestare contro il porto bloccato da 271 giorni. Hanno organizzato per oggi pomeriggio una manifestazione, che partirà alle 14 dal molo sud fino a raggiungere il porto turistico, dove si terrà la Convention delle imprese, organizzata da Confindustria. Il loro obiettivo è incontrare i politici presenti all’incontro. In particolare, i ministri agli Affari regionali Piero Gnudi e alle Politiche agricole Mario Catania, il segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa, l’ex sottosegretario Gianni Letta e i vertici di Confindustria. Armatori e pescatori chiederanno un aiuto per avviare velocemente i lavori di dragaggio del porto quasi totalmente insabbiato e per poter tornare in mare almeno per il periodo di Natale. L’iniziativa è stata decisa in una riunione che si è tenuta sabato pomeriggio nella sede dell’associazione pescatori. Ne ha dato notizia l’armatore Riccardo Padovano.

Intanto, dalla Regione arrivano proposte per la marineria. Il presidente Gianni Chiodi e l’assessore alla pesca Mauro Febbo vogliono chiedere al governo di anticipare il fermo biologico del prossimo anno. Anche loro approfitteranno della Convention al porto turistico per incontrare il ministro Catania e consegnargli una lettera in cui saranno esposti i vari problemi dell’intera marineria abruzzese. «Con la lettera, indirizzata anche al direttore generale per la Pesca Saverio Abate», spiega una nota della Regione, «si chiede di poter anticipare il fermo per la marineria abruzzese, in particolare per quella pescarese, nel periodo che va dal primo gennaio al 15 febbraio prossimi».

«La proposta», dicono Chiodi e Febbo nella nota, «si è resa necessaria, visto lo stato in cui versa l’intera marineria abruzzese, afflitta, come noto, da ulteriori e specifiche criticità che riguardano, in particolare, l’insabbiamento del porto di Pescara e la morìa di vongole nel compartimento sud, oltre all’anisakis». «Queste problematiche», proseguono il presidente e l’assessore regionale, «hanno fortemente limitato l’operatività e ridotto la capacità di reddito, al punto che molte imprese di pesca sono ad un passo dal default finanziario».

«L’anticipazione del fermo biologico ai mesi di gennaio e febbraio», spiegano, «quindi, potrebbe rappresentare una preziosa e fondamentale opportunità per affrontare meglio la situazione contingente, perché gli interventi di dragaggio del porto di Pescara, che dovrebbero iniziare a dicembre e realizzare un corridoio navigabile all’interno del porto canale, potrebbero mettere quelle unità da pesca in condizioni di uscire nuovamente in mare alla fine del fermo». «Inoltre», sottolineano Chiodi e Febbo, «lo stop dell’intera flotta avrebbe effetti sicuramente positivi sul ripopolamento delle vongole e questo sarebbe un beneficio per la marineria sud, che si era già dovuta fermare obbligatoriamente per permettere la ricrescita del mollusco».

«L’assessore regionale alla Pesca Febbo», conclude Chiodi, «è già al lavoro per riuscire ad ottenere questo importante provvedimento e si è già attivato presso gli uffici competenti a livello comunitario».(a.ben.)

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