Porto turistico, via la sabbia dai fondali
Cominciano oggi i lavori di rimozione dei sedimenti all’imbocco del Marina. E al porto canale scoppia la rabbia degli armatori
PESCARA. Troppa sabbia si è accumulata nei fondali del porto turistico, che conta 1000 posti barca. La Capitaneria di porto, con una ordinanza, dà il via, oggi, alla rimozione di circa 3000 metri cubi di sedimenti marini che saranno prelevati dalle ruspe della società Inmare di Termoli (la stessa che sta effettuando il dragaggio al porto canale) e trasferiti a ridosso dei moli.
L’operazione, che andrà avanti per un paio di giorni nell’area dell’imboccatura del porto turistico, consentirà di ripristinare i fondali ad una altezza di tre metri, il limite di sicurezza per le imbarcazioni in entrata e in uscita.
Un’operazione «necessaria», spiega Bruno Santori, direttore del Marina di Pescara, «per evitare ulteriori accumuli di sabbia con conseguenti rischi per le imbarcazioni che, durante i lavori di movimentazione dei sedimenti marini, dovranno attendere per l’uscita o il rientro in porto». Ma in ogni caso, «gli interventi non creeranno problemi alla navigazione. La sabbia si è accumulata all’imbocco con le mareggiate o, proveniente dalle spiagge, è stata trascinata dalle correnti da sud verso nord. Con questi lavori, l’ultima ripulitura nel 2017, i fondali saranno livellati e riportati a tre metri».
Intanto al porto canale, esplode la rabbia degli armatori che ogni giorno fanno i conti con i battelli da pesca che si incagliano a causa dei fondali giunti ormai a pelo d’acqua, malgrado proseguano i lavori di dragaggio iniziati un mese fa e stoppati per oltre due settimane a causa di un “braccio” rotto che ha reso la draga inutilizzabile per giorni.
«Il fiume è di nuovo al collasso, è saturo», sintetizza rabbioso l’armatore Francesco Scordella, titolare delle imbarcazioni “Cuore di Gesù” e “Lupetto” «questo è un dragaggio tampone, servono interventi seri. Quaranta barche sono in continua emergenza, tra fondali bassi, natanti incagliati che ci fanno tardare l’uscita in mare di ore e ci penalizza il rientro col pescato che arriva tardi sui banconi della vendita». «Le istituzioni devono svegliarsi», alza i toni Scordella, «subito un incontro con Comune e Regione anche per chiedere l’avvio dei lavori al porto». Il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri anticipa che la discussione del comitato Via sul primo lotto, (pennelli e apertura diga, gara da 10 milioni di euro) si terrà tra il 4 e l’11 giugno. Un dragaggio «scandaloso» lo definisce il vice presidente di Confcommercio, Riccardo Padovano in rappresentanza del Sib balneatori, «500 metri cubi al giorno prelevati sono come togliere un cucchiaio di sabbia dal mare. Per rendere il porto navigabile bisognerebbe togliere 100mila metri cubi di sedimenti» che attualmente vanno a finire «a ridosso della diga foranea». Padovano sostiene la necessità di «svuotare la vasca di colmata», operazione che «non viene effettuata da 4 anni», quindi portare i sedimenti, che «non sono più rifiuti speciali, ai Comuni (Francavilla, Montesilvano, Silvi) che ne hanno bisogno per il ripascimento in mare e riempire la vasca dei fanghi dell’attuale dragaggio». «In questo modo», conclude Padovano, «si libera il porto canale, la marineria riparte e possiamo ripristinare il collegamento navale con la Jugoslavia con le compagnie che ce lo stanno chiedendo».
L’operazione, che andrà avanti per un paio di giorni nell’area dell’imboccatura del porto turistico, consentirà di ripristinare i fondali ad una altezza di tre metri, il limite di sicurezza per le imbarcazioni in entrata e in uscita.
Un’operazione «necessaria», spiega Bruno Santori, direttore del Marina di Pescara, «per evitare ulteriori accumuli di sabbia con conseguenti rischi per le imbarcazioni che, durante i lavori di movimentazione dei sedimenti marini, dovranno attendere per l’uscita o il rientro in porto». Ma in ogni caso, «gli interventi non creeranno problemi alla navigazione. La sabbia si è accumulata all’imbocco con le mareggiate o, proveniente dalle spiagge, è stata trascinata dalle correnti da sud verso nord. Con questi lavori, l’ultima ripulitura nel 2017, i fondali saranno livellati e riportati a tre metri».
Intanto al porto canale, esplode la rabbia degli armatori che ogni giorno fanno i conti con i battelli da pesca che si incagliano a causa dei fondali giunti ormai a pelo d’acqua, malgrado proseguano i lavori di dragaggio iniziati un mese fa e stoppati per oltre due settimane a causa di un “braccio” rotto che ha reso la draga inutilizzabile per giorni.
«Il fiume è di nuovo al collasso, è saturo», sintetizza rabbioso l’armatore Francesco Scordella, titolare delle imbarcazioni “Cuore di Gesù” e “Lupetto” «questo è un dragaggio tampone, servono interventi seri. Quaranta barche sono in continua emergenza, tra fondali bassi, natanti incagliati che ci fanno tardare l’uscita in mare di ore e ci penalizza il rientro col pescato che arriva tardi sui banconi della vendita». «Le istituzioni devono svegliarsi», alza i toni Scordella, «subito un incontro con Comune e Regione anche per chiedere l’avvio dei lavori al porto». Il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri anticipa che la discussione del comitato Via sul primo lotto, (pennelli e apertura diga, gara da 10 milioni di euro) si terrà tra il 4 e l’11 giugno. Un dragaggio «scandaloso» lo definisce il vice presidente di Confcommercio, Riccardo Padovano in rappresentanza del Sib balneatori, «500 metri cubi al giorno prelevati sono come togliere un cucchiaio di sabbia dal mare. Per rendere il porto navigabile bisognerebbe togliere 100mila metri cubi di sedimenti» che attualmente vanno a finire «a ridosso della diga foranea». Padovano sostiene la necessità di «svuotare la vasca di colmata», operazione che «non viene effettuata da 4 anni», quindi portare i sedimenti, che «non sono più rifiuti speciali, ai Comuni (Francavilla, Montesilvano, Silvi) che ne hanno bisogno per il ripascimento in mare e riempire la vasca dei fanghi dell’attuale dragaggio». «In questo modo», conclude Padovano, «si libera il porto canale, la marineria riparte e possiamo ripristinare il collegamento navale con la Jugoslavia con le compagnie che ce lo stanno chiedendo».