«Potete vincere senza farmaci»
Figc e Unicef incontrano gli studenti, Capua: non dopatevi, il segreto è allenarsi
PESCARA. Campioni senza trucco, cioè l’arte di vincere senza le scorciatoie del doping. Di questo hanno parlato, ieri all’istituto Di Marzio, duecento studenti delle scuole superiori pescaresi. Gli alunni del professionale Di Marzio, dell’itc Acerbo, dei licei scientifici Galilei e da Vinci, del classico D’Annunzio, dell’iti Volta e del liceo Luca da Penne - Marino dei Fiori di Penne si sono radunati per l’ultima tappa del progetto ideato dalla Figc e dall’Unicef di Anna Maria Monti. Ad aprire il dibattito è stato il giocatore del Pescara Marco Capuano: «Fate i sacrifici come li ho fatti io», ha detto agli studenti, «soltanto così potrete affermarvi». Poi, i medici della commissione Antidoping della Figc hanno spiegato agli studenti la pericolosità di doparsi: «Per esempio l’insulina», ha detto Walter Della Frera, «è un farmaco salvavita per i diabetici ma i soggetti sani che la assumono per doparsi e aumentare le prestazioni possono avere danni su danni». Giuseppe Capua è il presidente della commissione Antidoping: «Purtroppo», ha detto, «in alcune palestre, la cultura del doping non è stata ancora estirpata ma si tratta di bassifondi dello sport e i giovani devono capirlo: soltanto così, potranno diventare portatori del messaggio giusto. Bisogna far capire loro che un fisico scolpito e magro, piacevole anche da un punto di vista estetico, si può ottenere senza sostanze chimiche e farmaci: i ragazzi lo capiscono che, per stare in forma, bisogna fare allenamento, curare l’alimentazione e il riposo con le giuste ore di sonno». E i comuni integratori sempre più popolari? «Il confine con il doping può diventare labile», ha detto Capua, «l’importante è far capire ai giovani quando gli integratori non servono e quando diventano doping». Il presidente dell’Antidoping ha parlato anche del rapporto steroidi-famiglia: «A volte sono i genitori che vorrebbero ottenere dai figli quei risultati che loro stessi non sono riusciti a conquistare. Se i figli nascondono di doparsi, è quasi una tossicodipendenza e l’appoggio della famiglia è fondamentale». Ma il doping si fa largo anche tra gli atleti amatori: «Lo fanno per mancanza di cultura, le gare per il prosciutto della domenica mattina possono rappresentare rischi grossi». Tra i relatori anche Pasquale Tamburrino, Paolo Nucci, Roberto Cutracci e Fausto Taverniti.
Al dibattito ha partecipato anche l’ex giocatore del Pescara, Antonio Martorella: «In 15 anni nessuno mi ha mai offerto doping. Ai tempi del Brescello, l’unica imposizione del medico è stata mangiare la bistecca insieme all’aranciata». (p.l.)