Presi un’ora dopo il colpo
Rapinano la Tercas di Pineto, arrestati a Montesilvano
MONTESILVANO. «Ma che modi sono questi?». Davanti alla pistola del luogotenente dei carabinieri Pasquale di Palo, la coppia di rapinatori di 20 anni ha preteso educazione, garbo e rispetto. Marcello Mastroianni e Mario Tucci, un’ora dopo il colpo alla banca Tercas di Scerne di Pineto, sono finiti in manette. L’arresto in piazza Trisi a Montesilvano, il parcheggio in centro che s’affaccia sulle vetrine scintillanti di corso Umberto.
LA RAPINA IN BANCA. I due sono entrati in azione alle 9,30 di ieri: uno è entrato in banca con il volto parzialmente coperto da un cappello bianco dei New York Yankees, l’altro con un berretto nero griffato Datch. Mostrando una pistola giocattolo, si sono fatti consegnare il denaro in cassa: 6.500 euro.
LA FUGA IN MOTO. Dopo la rapina, tre minuti, sono fuggiti in sella a un maxiscooter. La moto, per depistare i carabinieri, è stata abbandonata subito e i due si sono cambiati i vestiti nascondendoli lungo la strada.
Per continuare la fuga, quindi, sono saliti a bordo di una Fiat Punto nera - «Una macchina pulita», secondo i carabinieri - diretti a Montesilvano. Per raggiungere la loro città, però, sono passati prima da Spoltore con l’obiettivo di confondere i carabinieri. Ma la collaborazione scattata tra i comandi di Teramo e Pescara ha chiuso tutte le strade ai due rapinatori: alla pattuglia del luogotenente dei carabinieri Pasquale di Palo e del maresciallo del nucleo radiomobile Silvestro Scurti è giunta la segnalazione dell’arrivo di Mastroianni e Tucci in piazza Trisi con la Punto parcheggiata accanto all’edicola. Qui è scattata la trappola: la pattuglia dei carabinieri ha fermato i due a piedi per simulare un semplice controllo ma quando di Palo ha estratto la pistola, Mastroianni e Tucci hanno capito che la fuga era finità lì. Davanti a un’altra banca, la Tercas di corso Umberto a Montesilvano.
L’ARRESTO IN CENTRO. Di fronte ai carabinieri e alla folla di corso Umberto, i due hanno preteso educazione: «Ma che modi sono questi?», è stata la frase pronunciata davanti alla pistola puntata.
In piazza Trisi, sono arrivate quattro pattuglie dei carabinieri: dentro la Punto nera sono stati trovati i soldi, i cappelli, una mazza da baseball e un tirapugni. Per i due è scattato l’arresto. Una scena da film per i commercianti di piazza Trisi e corso Umberto e per i cittadini attirati dal viavai di auto dei carabinieri: i due, senza armi, sono stati bloccati in una manciata di minuti, perquisiti con le mani poggiate sul cofano della Fiat Punto dei carabinieri e portati in caserma.
IL PUGILE IN MANETTE. Per Mastroianni, pugile dal fisico scolpito per le ore passate in palestra, non è la prima volta: era finito in manette il 12 luglio dell’anno scorso, subito dopo una rapina alle poste di corso Umberto. Anche in quel caso, si era cambiato i vestiti e aveva scelto un luogo affollato per passare inosservato: si era nascosto in spiaggia, tra i bagnanti. Arrestato anche l’8 marzo per il furto di una Fiat Uno e, il 27 settembre 2007, per l’aggressione sulla riviera a uno straniero.
Davanti alla caserma, per mandare via i giornalisti e i fotografi, Mastroianni ha fatto lo stesso gesto che si fa per scacciare i cani: ha battuto un piede per terra e ha gridato, poi è stato portato in carcere. Per il colonnello Giovanni Esposito Alaia, comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, e per il capitano Luigi Delle Grazie, comandante della compagnia di Giulianova, l’operazione di ieri è stata «una risposta immediata» alla criminalità.
LA RAPINA IN BANCA. I due sono entrati in azione alle 9,30 di ieri: uno è entrato in banca con il volto parzialmente coperto da un cappello bianco dei New York Yankees, l’altro con un berretto nero griffato Datch. Mostrando una pistola giocattolo, si sono fatti consegnare il denaro in cassa: 6.500 euro.
LA FUGA IN MOTO. Dopo la rapina, tre minuti, sono fuggiti in sella a un maxiscooter. La moto, per depistare i carabinieri, è stata abbandonata subito e i due si sono cambiati i vestiti nascondendoli lungo la strada.
Per continuare la fuga, quindi, sono saliti a bordo di una Fiat Punto nera - «Una macchina pulita», secondo i carabinieri - diretti a Montesilvano. Per raggiungere la loro città, però, sono passati prima da Spoltore con l’obiettivo di confondere i carabinieri. Ma la collaborazione scattata tra i comandi di Teramo e Pescara ha chiuso tutte le strade ai due rapinatori: alla pattuglia del luogotenente dei carabinieri Pasquale di Palo e del maresciallo del nucleo radiomobile Silvestro Scurti è giunta la segnalazione dell’arrivo di Mastroianni e Tucci in piazza Trisi con la Punto parcheggiata accanto all’edicola. Qui è scattata la trappola: la pattuglia dei carabinieri ha fermato i due a piedi per simulare un semplice controllo ma quando di Palo ha estratto la pistola, Mastroianni e Tucci hanno capito che la fuga era finità lì. Davanti a un’altra banca, la Tercas di corso Umberto a Montesilvano.
L’ARRESTO IN CENTRO. Di fronte ai carabinieri e alla folla di corso Umberto, i due hanno preteso educazione: «Ma che modi sono questi?», è stata la frase pronunciata davanti alla pistola puntata.
In piazza Trisi, sono arrivate quattro pattuglie dei carabinieri: dentro la Punto nera sono stati trovati i soldi, i cappelli, una mazza da baseball e un tirapugni. Per i due è scattato l’arresto. Una scena da film per i commercianti di piazza Trisi e corso Umberto e per i cittadini attirati dal viavai di auto dei carabinieri: i due, senza armi, sono stati bloccati in una manciata di minuti, perquisiti con le mani poggiate sul cofano della Fiat Punto dei carabinieri e portati in caserma.
IL PUGILE IN MANETTE. Per Mastroianni, pugile dal fisico scolpito per le ore passate in palestra, non è la prima volta: era finito in manette il 12 luglio dell’anno scorso, subito dopo una rapina alle poste di corso Umberto. Anche in quel caso, si era cambiato i vestiti e aveva scelto un luogo affollato per passare inosservato: si era nascosto in spiaggia, tra i bagnanti. Arrestato anche l’8 marzo per il furto di una Fiat Uno e, il 27 settembre 2007, per l’aggressione sulla riviera a uno straniero.
Davanti alla caserma, per mandare via i giornalisti e i fotografi, Mastroianni ha fatto lo stesso gesto che si fa per scacciare i cani: ha battuto un piede per terra e ha gridato, poi è stato portato in carcere. Per il colonnello Giovanni Esposito Alaia, comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, e per il capitano Luigi Delle Grazie, comandante della compagnia di Giulianova, l’operazione di ieri è stata «una risposta immediata» alla criminalità.