"Presidente, parli lei con Mediolanum"
Pescara. Una delle vittime di Lorenzo Florindi, l’ex promotore finanziario di Banca Mediolanum accusato di aver truffato più di 100 suoi clienti, ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri per chiederne l’intervento
PESCARA. Il caso Florindi è approdato a Palazzo Chigi, la sede del governo italiano. Una delle vittime dell’ex promotore finanziario di Banca Mediolanum, Maria Grazia Tedeschi, ha scritto una lunga lettera al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi che, tramite la Fininvest, ha un’importante presenza nel capitale dell’istituto diretto da Ennio Doris.
«Sono portavoce di un nutrito gruppo di persone che sottoscrivono, insieme a me, la presente lettera per chiederle gentilmente di prestare la sua attenzione alla vicenda di enorme difficoltà nella quale, ormai da mesi e nostro malgrado, ci siamo venuti a trovare», ha scritto Maria Grazia Tedeschi. «La cosa che ci accomuna è di essere stati tutti clienti del medesimo family banker della Banca Madiolanum, istituto bancario che sappiamo fare capo al complesso commerciale e finanziario che lei presiede. Si tratta del signor Lorenzo Florindi al quale, nella detta qualità di family banker della Banca Mediolanum e confidando nella serietà di tale istituto, ci siamo rivolti perché curasse l’investimento dei nostri risparmi. Ebbene, attraverso le più disparate menzogne, promettendo rendimenti elevati e facendosi consegnare i nostri risparmi talvolta in contanti, talvolta con assegni bancari che avrebbe potuto incassare personalmente, nell’arco di qualche anno, Florindi è riuscito a privarci di ogni nostra risorsa economica, inducendo taluno sinanche a ipotecare la propria abitazione pur di reperire gli importi necessari da investire».
La vicenda ha preso in via nel 2004 e, secondo la Procura di Pescara, in quattro anni Florindi avrebbe raggirato 105 delle 600 persone che aveva nel portafoglio, residenti in gran parte in provincia di Pescara, ricevendo da ognuno di loro somme che andavano da poche migliaia di euro fino a un milione in cambio della promessa di investimenti sicuri con interessi garantiti del 10-15 per cento.
Di questo denaro, appena il 10 per cento, secondo le stime formulate dagli investigatori, sarebbe stato restituito. Il resto, una decina di milioni di euro, è finito non si sa dove. Le indagini sono tuttora in corso. L’ex promotore finanziario, che è stato un periodo nel carcere di San Donato, è accusato di truffa, frode informatica, appropriazione indebita, rottura dei sigilli e, come se non bastasse, abusivismo finanziario.
«Dell’accaduto abbiamo ovviamente notiziato, tramite i nostri legali di fiducia, sia la Banca Mediolanum che l’autorità giudiziaria competente», si legge ancora nella lettera spedita al presidente Silvio Berlusconi. «Anzi, soltanto per darle il riferimento della gravità della situazione, le basti sapere che, nei confronti di questa persona, sono state presentate oltre settanta querele presso la Guardia di finanza di Pescara, secondo la quale vi sono altrettanti risparmiatori truffati che, per le più svariate ragioni, hanno preferito rimanere nel silenzio e non denunciare l’accaduto. Inutile sottolineare come la nostra situazione sia assolutamente drammatica...
E oggi, in un contesto economico di enorme difficoltà, quale è quello in cui ci troviamo a vivere, non poter più fare affidamento su quanto faticosamente risparmiato nel corso di una vita è particolarmente arduo, soprattutto per chi, come me e come altri risparmiatori truffati, ha dedicato la propria vita al lavoro e ai propri figli, perché un giorno questi ultimi non dovessero patire le difficoltà e le rinunce che noi genitori abbiamo sopportato. Attendiamo che la Giustizia penale faccia il proprio corso nei confronti del Florindi, ma nel frattempo, ritenendo che ci siano delle precise responsabilità anche da parte della Banca Mediolanum, abbiamo chiesto a quest’ultima di rimborsare quanto indebitamente sottrattoci.
Tuttavia, a oggi, benché siano ormai trascorsi svariati mesi, la Banca Mediolanum, al di là di un evasivo impegno assunto, non ha ancora reso noto le sue intenzioni, né in termini positivi né in termini negativi, tanto che l’unica strada che ci è rimasta da intraprendere è quella giudiziaria. Capirà l’amarezza e la frustrazione che proviamo tutte le volte in cui (e sono veramente tante nell’arco di una sola giornata), sulle reti Mediaset, viene trasmesso lo spot della Banca Mediolanum. Uno spot che viviamo quasi come una beffa, una derisione della nostra situazione, soprattutto perché ci sentiamo traditi proprio dalla banca alla quale, con grande fiducia, abbiamo affidato tutto quello che avevamo.
Da abruzzesi abbiamo vissuto con estrema attenzione, ma anche con grande compiacimento, la sensibilità, la partecipazione e la commozione che lei ha mostrato nella vicenda (che non è assolutamente nostra intenzione nemmeno minimamente paragonare a quella che, purtroppo, ci coinvolge) del terremoto che ha colpito la provincia dell’Aquila, ed è proprio a tali grandi qualità umane che certamente possiede che vogliamo appellarci per chiederle di intervenire e farsi in un certo senso tramite delle nostre difficoltà». Resta solo da chiedersi se ci sarà un reale riscontro a questa lettera.
«Sono portavoce di un nutrito gruppo di persone che sottoscrivono, insieme a me, la presente lettera per chiederle gentilmente di prestare la sua attenzione alla vicenda di enorme difficoltà nella quale, ormai da mesi e nostro malgrado, ci siamo venuti a trovare», ha scritto Maria Grazia Tedeschi. «La cosa che ci accomuna è di essere stati tutti clienti del medesimo family banker della Banca Madiolanum, istituto bancario che sappiamo fare capo al complesso commerciale e finanziario che lei presiede. Si tratta del signor Lorenzo Florindi al quale, nella detta qualità di family banker della Banca Mediolanum e confidando nella serietà di tale istituto, ci siamo rivolti perché curasse l’investimento dei nostri risparmi. Ebbene, attraverso le più disparate menzogne, promettendo rendimenti elevati e facendosi consegnare i nostri risparmi talvolta in contanti, talvolta con assegni bancari che avrebbe potuto incassare personalmente, nell’arco di qualche anno, Florindi è riuscito a privarci di ogni nostra risorsa economica, inducendo taluno sinanche a ipotecare la propria abitazione pur di reperire gli importi necessari da investire».
La vicenda ha preso in via nel 2004 e, secondo la Procura di Pescara, in quattro anni Florindi avrebbe raggirato 105 delle 600 persone che aveva nel portafoglio, residenti in gran parte in provincia di Pescara, ricevendo da ognuno di loro somme che andavano da poche migliaia di euro fino a un milione in cambio della promessa di investimenti sicuri con interessi garantiti del 10-15 per cento.
Di questo denaro, appena il 10 per cento, secondo le stime formulate dagli investigatori, sarebbe stato restituito. Il resto, una decina di milioni di euro, è finito non si sa dove. Le indagini sono tuttora in corso. L’ex promotore finanziario, che è stato un periodo nel carcere di San Donato, è accusato di truffa, frode informatica, appropriazione indebita, rottura dei sigilli e, come se non bastasse, abusivismo finanziario.
«Dell’accaduto abbiamo ovviamente notiziato, tramite i nostri legali di fiducia, sia la Banca Mediolanum che l’autorità giudiziaria competente», si legge ancora nella lettera spedita al presidente Silvio Berlusconi. «Anzi, soltanto per darle il riferimento della gravità della situazione, le basti sapere che, nei confronti di questa persona, sono state presentate oltre settanta querele presso la Guardia di finanza di Pescara, secondo la quale vi sono altrettanti risparmiatori truffati che, per le più svariate ragioni, hanno preferito rimanere nel silenzio e non denunciare l’accaduto. Inutile sottolineare come la nostra situazione sia assolutamente drammatica...
E oggi, in un contesto economico di enorme difficoltà, quale è quello in cui ci troviamo a vivere, non poter più fare affidamento su quanto faticosamente risparmiato nel corso di una vita è particolarmente arduo, soprattutto per chi, come me e come altri risparmiatori truffati, ha dedicato la propria vita al lavoro e ai propri figli, perché un giorno questi ultimi non dovessero patire le difficoltà e le rinunce che noi genitori abbiamo sopportato. Attendiamo che la Giustizia penale faccia il proprio corso nei confronti del Florindi, ma nel frattempo, ritenendo che ci siano delle precise responsabilità anche da parte della Banca Mediolanum, abbiamo chiesto a quest’ultima di rimborsare quanto indebitamente sottrattoci.
Tuttavia, a oggi, benché siano ormai trascorsi svariati mesi, la Banca Mediolanum, al di là di un evasivo impegno assunto, non ha ancora reso noto le sue intenzioni, né in termini positivi né in termini negativi, tanto che l’unica strada che ci è rimasta da intraprendere è quella giudiziaria. Capirà l’amarezza e la frustrazione che proviamo tutte le volte in cui (e sono veramente tante nell’arco di una sola giornata), sulle reti Mediaset, viene trasmesso lo spot della Banca Mediolanum. Uno spot che viviamo quasi come una beffa, una derisione della nostra situazione, soprattutto perché ci sentiamo traditi proprio dalla banca alla quale, con grande fiducia, abbiamo affidato tutto quello che avevamo.
Da abruzzesi abbiamo vissuto con estrema attenzione, ma anche con grande compiacimento, la sensibilità, la partecipazione e la commozione che lei ha mostrato nella vicenda (che non è assolutamente nostra intenzione nemmeno minimamente paragonare a quella che, purtroppo, ci coinvolge) del terremoto che ha colpito la provincia dell’Aquila, ed è proprio a tali grandi qualità umane che certamente possiede che vogliamo appellarci per chiederle di intervenire e farsi in un certo senso tramite delle nostre difficoltà». Resta solo da chiedersi se ci sarà un reale riscontro a questa lettera.