Docenti e alunni in piazza, a Pescara, con il comitato Priorità alla scuola (fotoservizio di Giampiero Lattanzio)

PESCARA / FASE 3

Priorità alla scuola, manifestazione in piazza / VIDEO E FOTOGALLERY

Comitato composto dai docenti di Nastrini liberi, collettivo studentesco sPaz e Usb Abruzzo: "Per riapertura, investire in risorse umane ed edilizia"

PESCARA. Investimenti, sia in termini di risorse umane che finanziarie, soprattutto in materia di edilizia scolastica, oltre a una «giusta attenzione da parte del governo e del ministero». A invocarli è il comitato «Priorità alla scuola», composto dai docenti di Nastrini Liberi Uniti, del collettivo studentesco sPaz e dell'Usb Abruzzo, nel corso di una manifestazione che si è svolta in centro a Pescara.

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"La scuola non può più aspettare"
Prof e alunni in piazza chiedono al governo investimenti immediati in vista della riapertura di settembre (video di Giampiero Lattanzio

All'iniziativa, in piazza Sacro Cuore, hanno partecipato, tra gli altri, docenti, genitori e alunni. «Siamo qui in piazza per dire priorità alla scuola» affermano i promotori. «La scuola deve essere al centro di investimenti sia in termini di risorse umane che finanziarie. Insieme alla sanità, l'istruzione è un pilastro, quindi deve restare unitaria e nazionale. A settembre, bisogna tornare tutti in classe e in sicurezza. È necessario investire risorse reali, cosa che fino a oggi non è accaduta. Non si propongano soluzioni diseguali. C'è il rischio che a settembre non si possa tornare in aula se non si presenta un piano serio, che preveda investimenti in edilizia scolastica. Non bandi e pochi soldi, ma investimenti diretti e veloci».

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Gli organizzatori dell'iniziativa si dicono contrari anche alle linee guida di cui si sta discutendo in questi giorni: «Non siamo d'accordo» dicono «sono fumose, ci sono indicazioni che rimandano all'autonomia scolastica. È tutto un demandare alle autonomie locali e siamo sicuri che ci troveremmo a fare didattica a distanza, che non è assolutamente una soluzione. Dare esclusiva responsabilità alle scuole con il pretesto dell'autonomia e ributtare la palla agli enti locali significa abbandonare le realtà che sono più in difficoltà».