Prodi dà il via alla bonifica della discarica
Firmata l’ordinanza: super poteri a Goio e 2 milioni di euro per sigillare il sito
PESCARA. Due milioni di euro e super poteri al commissario Adriano Goio per individuare e denunciare i responsabili della discarica di Bussi, la più grande d’Europa, quasi certamente collegata con l’emergenza dell’acqua al tetracloruro di carbonio che ha avvelenato l’estate abruzzese lasciando a secco 400 mila rubinetti.
Sul sito della Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato l’atto che dà il via libera alle complesse operazioni di bonifica di 240mila tonnellate di veleni sepolti tra il polo chimico e la confluenza del fiume Tirino con l’Aterno-Pescara. E’ stato il presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, a firmare l’ordinanza che estende i poteri di Goio che non ha più vincoli né può subire pressioni o attacchi politici come quelli lanciati dal presidente dell’Ato, Giorgio D’Ambrosio.
L’atto di Prodi prende le mosse da una nota della Regione Abruzzo, inviata il 10 maggio a Roma, in cui si dice: estrema urgenza degli interventi di bonifica della discarica abusiva. Ma a dare il via libera a tutto è stato il capo del dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. L’ordinanza dà a Goio il potere di «diffidare i soggetti responsabili allo svolgimento degli interventi di messa in sicurezza».
E in caso di inadempienza di questi ultimi, Goio ha il potere di «rappresentanza in sede giudiziaria per il risarcimento del danno ambientale». Sempre Prodi dà a Goio la possibilità di creare una task force, cioè nominare «un ulteriore consulente di comprovata professionalità tecnico-scientifica» e di «stipulare fino a due contratti di collaborazione».
L’ultima parte dell’atto, la più importante, mette in condizioni Goio di utilizzare 500 mila euro, messi a disposizione dal ministero dell’Ambiento, e un milione mezzo di euro finanziati dalla Regione Abruzzo. Soldi trasferiti «su una apposita contabilità speciale intestata al commissario».
Nessuno potrà stornarli. In altre parole: da oggi non si può più parlare di “commissario con la valigia”. «Attendevo la firma dell’ordinanza di Prodi, proposta da Bertolaso», risponde per telefono Goio.
«Sarà importante il 22 ottobre prossimo quando arriverà a Bussi la commissione Ambiente della Camera, presieduta da Ermete Realacci, per decidere cosa fare subito». In realtà il progetto è pronto: la messa in sicurezza della discarica, che costerà 800 mila euro.
Prevede la copertura con un telo dell’area avvelenata e iniezioni di argilla nel terreno per “incapsulare” il sito. Sarà però una soluzione provvisoria. Quella definitiva consiste nella rimozione della montagna si sostanze tossiche che costerà 50 milioni di euro.
Perché tanto? «In Italia non esistono siti abilitati a ricevere tutto quel materiale», conclude Goio, «che dovrà essere trasportato con i Tir in un’ex salina in Germania. E’ un un’operazione di enorme difficoltà».
Sul sito della Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato l’atto che dà il via libera alle complesse operazioni di bonifica di 240mila tonnellate di veleni sepolti tra il polo chimico e la confluenza del fiume Tirino con l’Aterno-Pescara. E’ stato il presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, a firmare l’ordinanza che estende i poteri di Goio che non ha più vincoli né può subire pressioni o attacchi politici come quelli lanciati dal presidente dell’Ato, Giorgio D’Ambrosio.
L’atto di Prodi prende le mosse da una nota della Regione Abruzzo, inviata il 10 maggio a Roma, in cui si dice: estrema urgenza degli interventi di bonifica della discarica abusiva. Ma a dare il via libera a tutto è stato il capo del dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. L’ordinanza dà a Goio il potere di «diffidare i soggetti responsabili allo svolgimento degli interventi di messa in sicurezza».
E in caso di inadempienza di questi ultimi, Goio ha il potere di «rappresentanza in sede giudiziaria per il risarcimento del danno ambientale». Sempre Prodi dà a Goio la possibilità di creare una task force, cioè nominare «un ulteriore consulente di comprovata professionalità tecnico-scientifica» e di «stipulare fino a due contratti di collaborazione».
L’ultima parte dell’atto, la più importante, mette in condizioni Goio di utilizzare 500 mila euro, messi a disposizione dal ministero dell’Ambiento, e un milione mezzo di euro finanziati dalla Regione Abruzzo. Soldi trasferiti «su una apposita contabilità speciale intestata al commissario».
Nessuno potrà stornarli. In altre parole: da oggi non si può più parlare di “commissario con la valigia”. «Attendevo la firma dell’ordinanza di Prodi, proposta da Bertolaso», risponde per telefono Goio.
«Sarà importante il 22 ottobre prossimo quando arriverà a Bussi la commissione Ambiente della Camera, presieduta da Ermete Realacci, per decidere cosa fare subito». In realtà il progetto è pronto: la messa in sicurezza della discarica, che costerà 800 mila euro.
Prevede la copertura con un telo dell’area avvelenata e iniezioni di argilla nel terreno per “incapsulare” il sito. Sarà però una soluzione provvisoria. Quella definitiva consiste nella rimozione della montagna si sostanze tossiche che costerà 50 milioni di euro.
Perché tanto? «In Italia non esistono siti abilitati a ricevere tutto quel materiale», conclude Goio, «che dovrà essere trasportato con i Tir in un’ex salina in Germania. E’ un un’operazione di enorme difficoltà».