Quattro i lancianesi nella crociera-incubo
Quattro i lancianesi nella crociera-incubo: "Una scossa e poi i piatti volavano"
LANCIANO. Si chiamano Silvio, Alessia, Maurizio e Michele i quattro frentani a bordo della Costa Concordia naufragata venerdì. Anche Silvio e Alessia, parrucchieri, avevano risposto a una selezione di casting per il nuovo reality "Professione lookmaker" della rete Sky. Dovevano partecipare a uno stage a bordo. Terminata la navigazione, trenta ragazzi selezionati avrebbero proseguito l'avventura del reality a Cinecittà per la proclamazione di Lookmaker 2012 e un premio di 100mila euro per ristrutturare il proprio locale o azienda.
Alessia, residente a Guastameroli di Frisa, si era fatta accompagnare dal marito, Maurizio Pellegrini. I due al momento dell'impatto si trovavano con Silvio Luciani, 34 anni, parrucchiere e hairstylist a Lanciano, a cena allo stesso tavolo. All'improvviso sono stati sorpresi da un boato con la nave che ha cominciato ad inclinarsi. Silvio è stato uno dei primi a chiamare i suoi amici a Lanciano. Già all'una di notte, dopo una rocambolesca fuga a bordo di una scialuppa di salvataggio, è riuscito a mettersi in contatto con un suo conoscente e a tranquillizzarlo. Il giovane è rimasto solo con una camicia e una coperta addosso ed è stato soccorso in una scuola a Porto Santo Stefano.
Discorso a parte per Michele C., 27 anni compiuti a bordo della Concordia, che ha vissuto l'avventura dal posto di lavoro come cuoco sulla nave. Michele è di Frisa, si è diplomato alla scuola alberghiera di Villa Santa Maria e ha iniziato il lavoro di chef il 26 settembre. Al momento dell'impatto si trovava in cucina con i colleghi.
«Erano le dieci meno venti», ha raccontato al Centro, «e abbiamo sentito una forte scossa, come di terremoto. Ho visto piatti, stoviglie, attrezzature e affettatrici volare per aria, ho avuto paura solo in quel momento. Poi», prosegue, «come ci era stato insegnato al corso di preparazione in caso di incidenti, sono andato nella zona di raccolta al ponte 4 e ho aspettato i soccorsi. Ma il comandante ha dato l'ordine di evacuazione troppo tardi, 45 minuti dopo l'impatto. Noi dell'equipaggio saremmo dovuti salire su un zatterino che non siamo riusciti ad aprire. Allora siamo scesi al ponte 3 e ci siamo imbarcati sulle scialuppe di salvataggio che sono tornate indietro a prenderci. L'evacuazione ha funzionato bene anche se in ritardo. Ma quando ho ripreso il traghetto dall'isola del Giglio non ero tranquillo».
Alessia, residente a Guastameroli di Frisa, si era fatta accompagnare dal marito, Maurizio Pellegrini. I due al momento dell'impatto si trovavano con Silvio Luciani, 34 anni, parrucchiere e hairstylist a Lanciano, a cena allo stesso tavolo. All'improvviso sono stati sorpresi da un boato con la nave che ha cominciato ad inclinarsi. Silvio è stato uno dei primi a chiamare i suoi amici a Lanciano. Già all'una di notte, dopo una rocambolesca fuga a bordo di una scialuppa di salvataggio, è riuscito a mettersi in contatto con un suo conoscente e a tranquillizzarlo. Il giovane è rimasto solo con una camicia e una coperta addosso ed è stato soccorso in una scuola a Porto Santo Stefano.
Discorso a parte per Michele C., 27 anni compiuti a bordo della Concordia, che ha vissuto l'avventura dal posto di lavoro come cuoco sulla nave. Michele è di Frisa, si è diplomato alla scuola alberghiera di Villa Santa Maria e ha iniziato il lavoro di chef il 26 settembre. Al momento dell'impatto si trovava in cucina con i colleghi.
«Erano le dieci meno venti», ha raccontato al Centro, «e abbiamo sentito una forte scossa, come di terremoto. Ho visto piatti, stoviglie, attrezzature e affettatrici volare per aria, ho avuto paura solo in quel momento. Poi», prosegue, «come ci era stato insegnato al corso di preparazione in caso di incidenti, sono andato nella zona di raccolta al ponte 4 e ho aspettato i soccorsi. Ma il comandante ha dato l'ordine di evacuazione troppo tardi, 45 minuti dopo l'impatto. Noi dell'equipaggio saremmo dovuti salire su un zatterino che non siamo riusciti ad aprire. Allora siamo scesi al ponte 3 e ci siamo imbarcati sulle scialuppe di salvataggio che sono tornate indietro a prenderci. L'evacuazione ha funzionato bene anche se in ritardo. Ma quando ho ripreso il traghetto dall'isola del Giglio non ero tranquillo».
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