Racchette e lingue straniere un reality racconta il tennis

L’idea dell’associazione Royal Tennis per portare in televisione emozioni e fatica degli allievi D’Albenzio: «Non solo sport, vogliamo insegnare ai ragazzi anche inglese, francese e spagnolo»

MONTESILVANO. Un reality show sui ragazzi dell’associazione Royal Tennis Team. Si chiama «Top spin» la trasmissione che racconta fatica, emozioni e sogni dei ragazzi allenati da Bruna D’Albenzio. «Dopo il successo della prima edizione», dice l’insegnante di tennis con un passato alla corte di Laura Panatta a Roma, «il reality tornerà in onda a luglio su Rete8 per dare visibilità ai ragazzi che si impegnano e sudano sul campo». Lo spettacolo di una pallina gialla colpita e scagliata lontano, ambientato nel centro sportivo Trisi di via San Gottardo, lo stesso in cui D’Albenzio ha cominciato a giocare sotto gli occhi curiosi di Francesco Trisi detto Ciccino, il farmacista filantropo che prima di morire ha donato al Comune l’impianto sportivo con 8 campi coperti, 7 scoperti, palestra e bar. Con la riapertura di Trisi – il centro è rimasto chiuso un mese per mancanza di documenti – sono riprese anche le attività della Royal Tennis Team: «Ma per recuperare il tempo perso», sottolinea D’Albenzio, «siamo stati costretti a inventare promozioni per lezioni individuali e corsi di gruppo».

«Noi siamo una grande famiglia», così dice D’Albenzio che riveste il doppio ruolo di maestra di tennis e presidente dell’associazione. Poi, in campo c’è anche Luca D’Albenzio, fratello di Bruna: «Lui ha cominciato con il kick-boxing e si è allenato nella scuola di Riccardo Bergamini a Pescara e sa bene cosa significa la fatica. Poi, quando la lasciato gli sport da combattimento, ha scoperto la magia del tennis». Così, adesso, capita di vedere Luca che incita i ragazzi come se il campo fosse un ring: «Non fermatevi, continuate», dice loro durante gli allenamenti quando provano a sedersi interrompendo un esercizio. «Mio fratello, oltre a essere un bravo allenatore di atletica, è un grande motivatore», dice D’Albenzio.

Prima giocatrice dell’associazione è Carlotta Mascetta: «È una giocatrice di livello internazionale che disputa tornei Itf. Ha cominciato a giocare tardi, soltanto a 16 anni, ma ha un grande talento».

Ma sui campi di Trisi non si parla soltanto di dritti e rovesci: c’è anche un’insegnante di lingue. Ma cosa ci fa Melania D’Emilio sotto rete? «Dai noi si fanno anche esercizi di lingue, spagnolo, francese e inglese», racconta D’Albenzio, «ho voluto inserire questi insegnamenti perché mi sono accorta che, in generale, gli atleti italiani hanno troppa difficoltà nel comunicare con i giocatori stranieri e tanti ragazzi non sanno mai che dire. In genere, i giocatori stranieri sono sempre un po’ più scafati dei nostri: sembrano più indipendenti e parlano di più e meglio mentre da noi, spesso, domina ancora la filosofia del “non sudare”. La platea del tennis si sta allargando anche grazie al canale digitale Supertennis», riflette D’Albenzio, «ma resta ancora uno sport visto come troppo complicato. Ma io l’ho vissuto sulla mia pelle e so quello che serve ai miei ragazzi». Non solo tennis, è questo il bello della scuola di D’Albenzio: «Vogliamo far socializzare gli allievi non soltanto in ambito sportivo. Per esempio, a Trisi, c’è una sala polifunzionale dove i ragazzi passano del tempo anche a studiare insieme».

Luglio sarà un mese cruciale per la Royal Tennis Team: i ragazzi andranno in Lussemburgo per il torneo internazionale Gasperich. «Una settimana di partite», spiega D’Albenzio, «in cui si sfidano atleti di mezza Europa». Poi, altre partite in Germania. E un appuntamento a Montesilvano, ad agosto, tra sport e ricordi: «Dopo il successo del torneo invernale con 125 iscritti da tutta Italia», conclude D’Albenzio, «ripeteremo il memorial Trisi».

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