Ragazzine rapinate per strada: 4 giovani rischiano il processo 

Maschi e femmine tra 18 e 20 anni accerchiano le due amiche e tentano di sfilargli le scarpe Jordan Poi strappano la borsa a una e scappano con il telefonino di un’altra: «Se lo rivuoi, paga 180 euro»

PESCARA. È un episodio di bullismo anche piuttosto grave quello che si è verificato lo scorso 21 ottobre a Pescara in pieno centro, del quale non si è mai saputo nulla fino ad oggi, con la richiesta di processo avanzata dalla procura.
Quattro gli imputati (due maschi e due femmine, tutti giovanissimi, due nati a Chieti, uno a Pescara e uno in Kossovo) che oggi rischiano il processo per rapina, lesioni personali e tentata estorsione ai danni di due ragazze, una delle quali minorenne.
Ad attirare l’attenzione del branco, le scarpe che indossava una ragazzina: un paio di “Nike Jordan” molto apprezzate fra i giovani e anche piuttosto costose. È così che insieme ad altri soggetti rimasti ignoti alla procura, dopo aver circondato la vittima e l’amica con minacce e violenze, hanno messo in atto un copione ormai ricorrente.
Uno dei quattro «tentava invano», scrive il pm Giuliana Rana nell’imputazione, «con la forza di togliere alla ragazza le sue scarpe, le strappava una borsa marca Versace e, dopo avervi rovistato dentro, gliela restituiva». Ma per le due vittime era soltanto l’inizio dell’incubo visto che immediatamente dopo un secondo ragazzo, quello più grande, di vent’anni, strappava il telefono dalle mani dell’amica che era accanto alla prima vittima e con velocità anche con l’altra ragazza. Uno dei due telefoni cadeva a terra e ne approfittava quindi un terzo ragazzo del gruppo per impossessarsi di una banconota da 20 euro che era custodita nella cover del cellulare. E quando le due vittime reclamano la restituzione del telefono, ecco che interviene una delle due giovani del branco che dice: «Questa ci sta prendendo per ladri, signorina attenta alle parole sennò ti meno» e, nel momento in cui la vittima afferra il cellulare che un altro del gruppo stava mostrando, il telefono cade a terra e allora una delle imputate reagisce sferrando alla ragazza uno schiaffo sul viso mentre l’altra imputata nasconde il cellulare dell’amica della vittima. Poi intervengono tutti e quattro per aggredire le due vittime: una di queste viene afferrata per il collo e sbattuta a terra e le viene strappata dalle spalle una felpa di marca “Corteiz”. Poi, quando qualcuno si accorge che una delle due ragazzine stava chiamando il 112, l’afferrano per le spalle e la spingono con violenza contro il muro costringendola a chiudere la telefonata. E dunque quella bravata si chiude con i quattro che si accingono ad andare via con il bottino: un IPhone 14 e la felpa.
Ma la storia non finisce qui, perché a carico di due degli imputati viene contestato anche il reato di tentata estorsione. Questo perché, sapendo di non poter far molto con quel cellulare facilmente rintracciabile, decidono di passare al ricatto, sperando di ricavare del denaro da quel telefonino. E quindi il più grande della gang, dopo aver ulteriormente minacciato la minorenne per imporle il silenzio sulla vicenda, le propone “l’affare”: se vuole averlo indietro, la sera successiva si sarebbe dovuta presentare alla stazione di Manoppello e consegnargli 180 euro, «altrimenti per ogni giorno trascorso, la somma da corrispondergli sarebbe via via aumentata». E non soddisfatte di quella minaccia, nella speranza di raggiungere il loro obiettivo, una delle imputate, dopo aver rintracciato il telefono di una amica delle due vittime, la chiama concordando un nuovo incontro nello stesso luogo. Ma poi, inspiegabilmente, nessuno si presenta a quell’appuntamento, forse per timore di essere scoperti. Intanto, però, la denuncia era stata depositata dalle vittime e con quanto raccolto gli investigatori sono riusciti a risalire ai quattro del gruppo. E adesso per i quattro la procura chiede il processo per rapina, lesioni personali e tentata estorsione.