Ragazzino seviziato con l’accendino: scoperta la baby gang dei rapinatori 

Il racconto choc di una vittima: «Mi hanno spento una sigaretta sul braccio, poi mi hanno bruciato i peli delle ascelle» Nel mirino anche altri due giovani: «Pugni per avere i soldi». Poi la minaccia: «Se raccontate qualcosa, vi ritroviamo»

FRANCAVILLA AL MARE. I peli dell’ascella bruciati con l’accendino e il mozzicone di sigaretta spento sul braccio, i pugni sulla schiena e le minacce: «Se ci denunciate, vi troviamo e vi meniamo». Sembrano le torture praticate da criminali di spicco. E invece sono le sevizie e le angherie alle quali quattro bulli hanno sottoposto tre ragazzini. I componenti della baby gang, entrati in azione sul lungomare di Francavilla, sono stati individuati dai carabinieri della locale stazione. Ora in tre rischiano di finire sotto processo, davanti al tribunale per i minorenni dell’Aquila, con l’accusa di rapina, sia tentata che consumata. La procura diretta da David Mancini ha contestato anche le aggravanti «di aver commesso il fatto in più persone riunite e con armi». Un quarto aggressore – pur avendo alle spalle precedenti specifici – non è imputabile perché, all’epoca dei fatti, aveva appena 13 anni. L’episodio, che il prossimo 25 novembre finirà all’attenzione del giudice per l’udienza preliminare, risale al Ferragosto di due anni fa.
LA RICOSTRUZIONE
I nomi, naturalmente, sono tutti di fantasia. Ma le violenze no, quelle sono terribilmente vere. «Ieri sera», racconta davanti ai carabinieri Andrea, 14 anni, alla presenza dei genitori, «io, mio cugino Antonio e il mio amico Luca siamo usciti a piedi per dirigerci verso il pontile di Francavilla al Mare. Siamo rimasti lì per circa un’ora. A un certo punto abbiamo notato un gruppo di ragazzi, di qualche anno più grandi di noi, che scherzavano tra di loro e con i monopattini facevano manovre azzardate. Qualcuno di loro, vedendo che eravamo soli, faceva finta di venirci addosso e poi frenava all’ultimo istante. Noi abbiamo fatto finta di nulla, sapendo che il loro intento era quello di discutere e aggredirci. Per evitare ogni spiacevole situazione, ci siamo diretti verso casa percorrendo il lungomare». Ma non è stato sufficiente per evitare lo scontro.
Le provocazioni
«I ragazzi che facevano le manovre azzardate con i monopattini», prosegue Andrea, «erano circa dieci. Andavano avanti e indietro sulla ciclopedonale. Giunti all’altezza del lungomare Cristoforo Colombo, dopo la piazzetta dei Caduti, tre o quattro di quei ragazzi ci hanno fermato. Uno di loro ha detto a mio cugino: “Ma sei stato tu che ha detto “speriamo che casca?”. Lui ha risposto che non era stato nessuno di noi, ma quel ragazzo insisteva, come per cercare la lite. Continuavano a tenerci fermi, facevano cerchio intorno a noi con i monopattini. Tre del gruppo ci hanno intimato di andare in spiaggia, in un posto più appartato, per chiarire la vicenda».
LA RAPINA
Al diniego, sono cominciate le prepotenze. «A un tratto», ricostruisce Andrea, «ho notato alcuni ragazzi che si passavano un oggetto metallico, io ho dedotto fosse un coltello. Ho cercato di mantenere la calma, ma ho avuto paura che potessero usarlo. Uno degli aggressori mi ha chiesto: “Hai soldi?”. Io ho risposto di no, ma lui ha insistito, minacciandomi con parole del tipo: “Se non me li dai, ti meno”. Per rafforzare le intimidazioni, mi si è avventato contro con il viso. Per evitare il peggio, ho tirato fuori 10 euro. Quando ho aperto il portafogli, ha visto che avevo anche una banconota da 50 euro. Ho cercato di nasconderla, ma non ci sono riuscito. Dopo avermi minacciato nuovamente di picchiarmi, mi ha strappato il portafogli e si è impossessato dei 60 euro che c’erano dentro. Ripeto: noi volevamo scappare subito, ma non ci siamo riusciti, perché quei giovani ci hanno circondati e sopraffatti». E ancora: «In quel momento non è passata nessuna persona adulta alla quale chiedere aiuto».
IL RACCONTO CHOC
In quegli stessi minuti, anche Antonio, 14 anni, è stato preso di mira. «Pure a me hanno chiesto soldi», dice in caserma il diretto interessato, «ma ho mostrato loro di non avere denaro in quel momento. Improvvisamente, ho sentito bruciare dietro la spalla destra: mi sono girato e ho visto il ragazzo che mi aveva spento la sigaretta addosso. Sempre lui, ha preso un accendino e con la fiamma si è avvicinato alle mie braccia, bruciandomi i peli». Luca, 15 anni, aggiunge: «Uno degli aggressori mi ha immobilizzato poggiandomi il braccio sul collo e, di peso, mi ha allontanato dai miei amici. Poi, mi ha colpito con un violento pugno sulla schiena. Altri del gruppo si sono avvicinati, chiedendomi soldi. Io ho risposto che non avevo nulla. Loro hanno provato ad aprire il marsupio che avevo a tracolla. Ma io sono riuscito a evitare che rubassero il contenuto». A quel punto, arraffati i 60 euro di Andrea, i baby rapinatori hanno fatto perdere le loro tracce.
LA DIFESA
Le indagini dei carabinieri di Francavilla al Mare – coordinati dal pm Lorenzo Maria Destro – hanno consentito di dare un volto ai violenti, incastrati anche dalle foto pubblicate su Instagram. Gli imputati, nel frattempo diventati tutti maggiorenni (due hanno compiuto 18 anni e uno 19), sono difesi dagli avvocati Marco Femminella, Vincenzo Di Lorenzo ed Eros Salomone.
©RIPRODUZIONE RISERVATA