Rancitelli, l’affare della cocaina I clienti in fila: «La uso da 10 anni» 

Le intercettazioni incastrano la famiglia Spinelli, accusata di gestire un giro da 20mila euro a settimana Un giovane presenta il cugino come nuovo compratore di droga: «Lui consuma eh, fagli un regaluccio»

PESCARA. «Permesso?». «Quanto devi fare?». «Mi servono 200 euro». «Duecento euro, ma chi è questo?». «Mio cugino, ora te lo presento così la prossima volta viene da solo». «Va bene». È il dialogo tra un cliente e la signora dello spaccio: il compratore è un trentenne di Pescara, a vendere la cocaina è Maria Spinelli, 56 anni, arrestata all’alba di venerdì insieme ad altre tre donne rom. Spinelli si muove con la sicumera di chi è stato già condannato irrevocabilmente 17 volte e, sottolinea il gip Giovanni de Rensis, «con ben tre condanne per illecita detenzione di stupefacenti, due passate in giudicato nel 2022 e 2024». Secondo l’indagine “Aternum”, portata avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal pm Giuliana Rana, al vertice della piramide dello spaccio nella casa di via Aterno c’è proprio la signora Maria, 7 figli, dice lei al telefono quando teme di essere arrestata perché un cliente si è fatto scoprire con la droga in tasca proprio fuori da casa sua: «Che devo fare mo, devo lasciare sette figli? Tengo una figlia piccolina».
I RUOLI Gli inquirenti assegnano a Maria Spinelli un ruolo «predominante». Un gradino più in basso, Miriana Spinelli, 29enne, e Tiziana Spinelli (39), anche loro in carcere: secondo il gip, per queste donne Spinelli «non appare neppure lontanamente ipotizzabile una qualsivoglia capacità di rispettare le leggi». Un altro gradino più in basso, Laura Bevilacqua, 21 anni, ai domiciliari. Nell’inchiesta, poi ci sono altri due indagati: il marito di Maria, Guerino Spinelli (58), e un 25enne di San Benedetto del Tronto.
IL REGALUCCIO Mentre, gli Spinelli preparano la droga da vendere, il cliente presenta «mio cugino»: «Capito? Fagli un regaluccio a questo ragazzo, eh. Così viene lui, è uno che consuma». «Eh, gli sto a fare tre, viene due e 10, gli faccio 200», è l’offerta dei rom: uno sconto di benvenuto di 10 euro. «Va bene, grazie. Ti ringrazio. Me la metto qua», dice il nuovo cliente. E quello già fidelizzato interviene: «Così la prossima volta non chiamo, non sto a chiamare, a disturbare, viene direttamente da solo lui». Mentre i due escono dalla casa dei rom, il trentenne dice al cugino: «Hai visto dove ti ho portato?».
VENTIMILA EURO Un’impresa familiare, tutti al lavoro nella casa di via Aterno, alle spalle della sede Tua e circondata dai negozi: un’attività da oltre trecento cessioni di droga al giorno in grado di “fatturare” 20mila euro a settimana.
WHATSAPP VIOLATO I carabinieri, guidati dal tenente Giuseppe Sicuro e diretti dal comandante provinciale Stefano Ranalletta, sono riusciti a violare anche le chat su Whatsapp con un trojan: se al telefono, i rom non parlavamo mai di droga ma di «bambino» e «macchina», in chat si sentivano più liberi fino a esibire il listino dei prezzi: «Quella vecchia 30, quella nuova 33». E le intercettazioni sono decisive in questa indagine.
I CLIENTI CONFESSANO Alla porta degli Spinelli bussavano in tanti: giovani e adulti, operai e professionisti, tutti oltrepassavano il cancello e poi salivano le scale fino all’abitazione. Le carte dell’indagine parlano di «un numero di episodi di cessioni di stupefacenti eccezionalmente elevato». E tanti clienti erano beccati dai carabinieri appostati in strada per documentare lo spaccio: uno aveva appena nascosto la cocaina in un calzino: «Faccio uso personale di cocaina da 4 mesi e la assumo fumandola. Oggi, appena ho terminato di lavorare, ho sentito la necessità di farne uso e quindi decidevo di andare ad acquistarla da una famiglia rom abitante a Pescara, di fronte alla Tua, a Rancitelli», dice ai carabinieri. Secondo il gip, si può dire «con certezza che all’interno di quella abitazione si svolgesse quotidianamente attività collettiva di spaccio di cocaina, alla quale tutti gli indagati erano in maniera più o meno assidua dediti»: i protagonisti del traffico sono «soggetti dediti esclusivamente e professionalmente alla commissione di delitti inerenti il narcotraffico».
«LA USO DA 10 ANNI» Un altro racconta: «Uso cocaina da circa 10 anni. Solitamente, ne faccio uso un paio di volte a settimana quando ho la possibilità economica per poterla acquistare. Oggi, verso le 13-13.30, mi sono recato a Pescara, in via Aterno, nei pressi di un panificio, dove so che, all'interno di un'abitazione lì vicino, una donna di etnia rom, di nome Maria, è solita spacciare cocaina. Lo so perché ci sono andato altre volte. Oggi la donna mi ha consegnato una bustina in cellophane di 0,5 grammi di cocaina al prezzo di 30 euro. In altre occasioni, la cocaina mi è stata venduta sempre all’interno della stessa abitazione da una ragazza di circa 25-26 anni». Il cliente prosegue: «È la terza volta in un mese che vado in quella abitazione per acquistare lo stupefacente. Ricordo benissimo che queste ultime tre volte è stata proprio Maria a vendermela».