Ranieri: è la protesta che nasce dal basso

30 Ottobre 2024

L'AQUILA . «È un'ondata di scioperi che parte dal basso e coinvolge tutti». La presenta così il segretario generale Abruzzo e Molise della Cgil, Carmine Ranieri, che parla di «malcontento evidente....

L'AQUILA . «È un'ondata di scioperi che parte dal basso e coinvolge tutti». La presenta così il segretario generale Abruzzo e Molise della Cgil, Carmine Ranieri, che parla di «malcontento evidente. Ci troviamo in una fase calda, in cui al mancato rinnovo dei contratti si sommano i tagli imposti dal governo».
In piazza sono già scesi metalmeccanici e chimici, per chiedere garanzie rispetto alla crisi dell'automotive e ad un futuro che vedono incerto e senza prospettive. Sabato scorso, a Roma, hanno manifestato i dipendenti dei servizi pubblici della sanità, «per il rinnovo dei contratti e le grandi problematiche legate alla carenza di servizi sanitari e del personale», dice Ranieri, «adesso si passa allo sciopero dei lavoratori del comparto scuola, università e ricerca dove, a tenere banco, sono la mancanza di finanziamenti, il ridimensionamento dei plessi scolastici, il precariato del personale. Il 9 novembre prossimo, invece, si mobiliterà il sindacato dei pensionati per i tagli al fondo sanitario nazionale e contro una sanità che non garantisce più servizi, soprattutto alle categorie fragili. Nella Finanziaria 2025», rimarca Ranieri, «il governo non ha stanziato fondi adeguati per la spesa sanitaria, che scenderà al 6,04% dal 6,12% del 2024 per arrivare al 5,91% del 2027, in rapporto al Pil. Questo si traduce in tagli e ridimensionamenti».
L'8 novembre sarà la volta dei lavoratori del trasporto pubblico locale che incroceranno le braccia per 24 ore. «La Cgil», dice Ranieri, «è contraria a questa manovra di bilancio che continua a premiare gli evasori e scarica tutto il carico fiscale su lavoratori e pensionati. La mobilitazione sarà in crescendo, per tappe, e culminerà in uno sciopero generale. A scendere in piazza sono tante categorie: dai metalmeccanici ai chimici, dai pubblici della sanità, della scuola e dei comuni fino ai trasporti ed i pensionati. È il segnale evidente di un grande malcontento. Non solo gli stipendi non sono adeguati all'inflazione ma, mancando i servizi, la povertà si acutizza sempre di più». (m.p.)