Rapina al mercato di Cepagatti: Longo e Nobile in aula per il Dna
I pescaresi accusati del colpo all’Agroalimentare con altri due, presenti ieri all’incidente probatorio: da accertare, sul casco e sulla targa della moto, la presenza di tracce genetiche riconducibili a loro
PESCARA. Fra 60 giorni si conosceranno gli esiti dell'incidente probatorio che dovrà accertare se sul casco ritrovato nel Centro agroalimentare di Cepagatti e sulla targa della moto usata per la rapina messa a segno l’11 luglio dello scorso anno ci siano tracce genetiche riconducibili ai presunti responsabili di quel colpo.
Ieri in aula erano presenti due dei quattro indagati: Mimmo Nobile (detenuto a Viterbo) e Maurizio Longo (detenuto a Lanciano dopo che la Sorveglianza gli ha revocato i benefici dei servizi sociali per il suo presunto coinvolgimento nella rapina), mentre non si sono presentati Fabio Iervese (anche lui detenuto) e Renato Mancini (ora ai domiciliari).
L'incidente era stato chiesto dai legali di Nobile, gli avvocati Luigi Peluso e Massimo Galasso e l’incarico è stato affidato dal gip Nicola Colantonio agli specialisti del Ris Carabinieri di Roma, mentre la difesa di Nobile ha nominato come suo consulente il nuovo rettore dell'Università D'Annunzio, Liborio Stuppia. Il quesito posto dal giudice agli esperti, che dovranno consegnare la loro relazione il 15 giugno, è questo: «previa estrazione del Dna su reperti in sequestro (casco e targa), nonché estrazione delle impronte papillari su entrambi i reperti, procedano i periti alla comparazione dei profili Dna presenti sui reperti con quelli acquisiti dagli indagati con il loro consenso, nonché con le impronte degli indagati stessi».
La procura aveva effettuato un altro incidente probatorio su altri reperti rinvenuti dopo il delitto di Walter Albi e il ferimento di Luca Cavallito (il 1° agosto scorso): inchiesta che procede in parallelo in quanto due sarebbero i comuni denominatori: Nobile, quale presunto rapinatore a Cepagatti e presunto killer al bar del Parco, oltre all’arma che sarebbe stata usata per il delitto e che la procura ritiene essere quella che venne portata via alla guardia giurata rapinata di 28 mila euro al Centro di Cepagatti.
L’obiettivo del pm Luca Sciarretta, con questo passaggio tecnico, è di inchiodare Nobile almeno per la rapina. Per l'omicidio (del quale si stanno occupando il procuratore Giuseppe Bellelli, l'aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Andrea Di Giovanni), restano in sospeso altri due importanti passaggi tecnici: l’esame dei telefonini di Nobile e del presunto mandante dell’omicidio, Natale Ursino (per il quale il riesame ha annullato la misura cautelare); la perizia balistica sul castello della pistola ritrovato nelle campagne di via Del Pantano, per accertare se fu quell'arma a uccidere Albi e ferire Cavallito.
Ieri in aula erano presenti due dei quattro indagati: Mimmo Nobile (detenuto a Viterbo) e Maurizio Longo (detenuto a Lanciano dopo che la Sorveglianza gli ha revocato i benefici dei servizi sociali per il suo presunto coinvolgimento nella rapina), mentre non si sono presentati Fabio Iervese (anche lui detenuto) e Renato Mancini (ora ai domiciliari).
L'incidente era stato chiesto dai legali di Nobile, gli avvocati Luigi Peluso e Massimo Galasso e l’incarico è stato affidato dal gip Nicola Colantonio agli specialisti del Ris Carabinieri di Roma, mentre la difesa di Nobile ha nominato come suo consulente il nuovo rettore dell'Università D'Annunzio, Liborio Stuppia. Il quesito posto dal giudice agli esperti, che dovranno consegnare la loro relazione il 15 giugno, è questo: «previa estrazione del Dna su reperti in sequestro (casco e targa), nonché estrazione delle impronte papillari su entrambi i reperti, procedano i periti alla comparazione dei profili Dna presenti sui reperti con quelli acquisiti dagli indagati con il loro consenso, nonché con le impronte degli indagati stessi».
La procura aveva effettuato un altro incidente probatorio su altri reperti rinvenuti dopo il delitto di Walter Albi e il ferimento di Luca Cavallito (il 1° agosto scorso): inchiesta che procede in parallelo in quanto due sarebbero i comuni denominatori: Nobile, quale presunto rapinatore a Cepagatti e presunto killer al bar del Parco, oltre all’arma che sarebbe stata usata per il delitto e che la procura ritiene essere quella che venne portata via alla guardia giurata rapinata di 28 mila euro al Centro di Cepagatti.
L’obiettivo del pm Luca Sciarretta, con questo passaggio tecnico, è di inchiodare Nobile almeno per la rapina. Per l'omicidio (del quale si stanno occupando il procuratore Giuseppe Bellelli, l'aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Andrea Di Giovanni), restano in sospeso altri due importanti passaggi tecnici: l’esame dei telefonini di Nobile e del presunto mandante dell’omicidio, Natale Ursino (per il quale il riesame ha annullato la misura cautelare); la perizia balistica sul castello della pistola ritrovato nelle campagne di via Del Pantano, per accertare se fu quell'arma a uccidere Albi e ferire Cavallito.