i tre assalti alle poste

Rapinatori in trasferta è caccia al complice locale

PESCARA. Sono arrivati in trasferta da Catania, ma hanno trovato il piatto pronto, preparato da qualcuno che gli ha fatto trovare macchina e itinerari per gli obiettivi da colpire. È proprio il...

PESCARA. Sono arrivati in trasferta da Catania, ma hanno trovato il piatto pronto, preparato da qualcuno che gli ha fatto trovare macchina e itinerari per gli obiettivi da colpire. È proprio il complice dei due rapinatori in trasferta che sta cercando la polizia, dopo aver arrestato sabato Mario Giorgetti e Massimiliano Pafumi, i catanesi ritenuti responsabili delle due rapine e della tentata rapina messe a segno tra le 9 e le 13 di due giorni fa agli uffici postali di Francavilla e Pescara.

La certezza che qualcuno residente in zona abbia aiutato i due siciliani, arriva da una circostanza ben precisa, e cioè dalla data in cui è stata rubata la Fiat Stilo grigia utilizzata dai banditi in tutti e tre i colpi. L’auto, infatti, risulta sparita da Francavilla in una data antecedente al primo febbraio, il giorno in cui, invece, sono arrivati a Pescara Giorgetti e Pafumi. A dimostrarlo, il biglietto di andata e ritorno del traghetto per Messina che i due avevano dietro al momento della cattura. Biglietti che non lasciano spazio a interpretazioni: arrivo il primo febbraio, partenza, da Villa San Giovanni per Messina, il 4 febbraio. Cioè oggi.

Secondo il loro piano, e secondo quanto ricostruito dalla polizia, dopo aver saccheggiato gli uffici postali con quella Stilo grigia procurata dal complice, i due avrebbero ripreso l’auto con cui erano arrivati da Catania (la Suzuki Swift con cui invece si sono ribaltati alla fine dell’inseguimento) nella zona industriale di Chieti da dove, via autostrada, si sarebbero dileguati comodamente. Ma così non è andata. Perché l’auto, con gli ottomila euro del bottino, sono riusciti sì a cambiarla, ma sono stati arrestati dalla Volante subito dopo.

A incastrarli, sicuramente la caccia all’uomo che le forze di polizia hanno attivato su tutta l’area metropolitana già dopo la prima rapina di Francavilla in cui veniva segnalata la Fiat Stilo grigia ma, anche, l’ingordigia che li ha indotti al fuori programma di via Monte Faito. Se nei primi due colpi (per i quali, pur non essendoci la flagranza, sono stati raccolti numerosi indizi) hanno agito secondo un canovaccio ben studiato (non è escluso che abbiano versato al terzo uomo la sua parte subito dopo la rapina di Francavilla), nell’ultimo sembrerebbe che abbiano agito d’impulso quando, scendendo dai Colli con il secondo bottino, hanno visto l’ufficio postale di via Monte Faito. E lì si sono fermati al volo. Ma hanno perso solo tempo, perché l’ufficio era chiuso. Non paghi, hanno provato a forzare la porta d’ingresso. È passata una volante, sono scappati. Ma li ha intercettati un poliziotto fuori servizio. E oggi sono qua, ancora a Pescara. (s.d.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA