Regali ai consiglieri: due politici su tre non accettano divieti
In 19 non hanno ancora firmato, dopo 8 mesi, il documento presentato dai grillini che fissa le regole etiche per gli eletti
PESCARA. La Carta di Pisa, ossia il documento che contiene le regole etiche per i politici eletti, tra cui il divieto di non accettare regali con valore superiore a 100 euro, evidentemente non piace agli assessori e ai consiglieri comunali. Dopo otto mesi dall’approvazione quasi all’unanimità di questo regolamento, presentato dal consigliere del Movimento 5 Stelle Massimiliano Di Pillo, sono ancora molto poche le firme di adesione. Più precisamente, lo hanno sottoscritto 13 consiglieri, compreso il presidente del consiglio comunale, su 32 e 2 assessori su 8, più il sindaco.
In pratica, quasi due politici comunali su tre non hanno firmato. Dimenticanza, sbadataggine, oppure la scelta precisa di non voler sottostare alle norme contenute in quel regolamento che dovrebbero garantire la piena e totale moralità degli amministratori cittadini? Chissà. I dubbi restano, anche perché la presidenza del consiglio comunale avrebbe sollecitato più volte in questi mesi gli assessori e i consiglieri ad aderire al documento, anche in virtù dell’esito della votazione di quell’ordine del giorno, approvato l’8 agosto dell’anno scorso, che ha introdotto anche a Pescara la Carta di Pisa. Su 28 consiglieri presenti, 25 votarono a favore, 3 risultarono presenti non votanti, ossia Riccardo Padovano (Liberali), Marco Presutti e Carlo Gaspari (Pd). Può darsi che qualcuno abbia dato il suo voto favorevole, non rendendosi pienamente conto delle regole contenute. Regole che, seppur a prima vista rigide, dovrebbero essere scontate per gli amministratori.
Primo fra tutti il principio della trasparenza. Il documento dice che ogni amministratore si dovrebbe impegnare ad utilizzare il diritto di accesso agli atti con le cautele necessarie, evitando di arrecare indebitamente un vantaggio a sé stesso, o un danno a terzi. Inoltre, assessori e consiglieri dovrebbero garantire una piena trasparenza patrimoniale tramite la pubblicazione su Internet, nel sito dell’amministrazione, dei dati relativi alle attività professionali svolte, ai redditi, agli incarichi ricevuti, ai potenziali conflitti di interesse. Ma sul sito del Comune solo in pochi hanno provveduto a dichiarare i propri redditi e le attività professionali svolte. Un altro punto importante riguarda i conflitti di interesse dei politici comunali. Nel caso in cui dovessero emergere situazioni di conflitto, recita in sintesi la Carta di Pisa, l’amministratore ha il dovere di rendere pubblica tale condizione, astenendosi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto.
Ma la norma che, forse, suscita maggiore interesse nell’opinione pubblica è quella dei regali ai politici. Il documento dice esplicitamente che l’amministratore non può accettare per sé, per i propri congiunti, familiari o affini, regali eccedenti il valore di doni scambiati in occasione di ricorrenze e festività, quantificati in qualsiasi caso nella cifra massima di 100 euro. Così come il sindaco, gli assessori e i consiglieri non possono accettare alcuna forma di sostegno oppure di finanziamento irregolare o non dichiarato.
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