Trentenne a terra, in stato di ebbrezza, lungo corso Vittorio Emanuele

PESCARA

Residenti e negozianti del centro: «Ostaggi di ubriachi e spacciatori» 

Minacce e molestie in strada. E scatta la difesa fai da te: c’è chi ricorre alla vigilanza privata 

PESCARA. Si ubriacano. Si denudano e fanno pipì per strada, davanti alla gente che passa, senza vergogna. Si addormentano sui muretti. Spacciano droga davanti ai portoni delle abitazioni. Entrano nei negozi e molestano i commercianti. Chiedono soldi agli automobilisti in sosta ai parcheggi e chi si rifiuta di "sganciare" viene intimidito. E' un gruppo sempre diverso di stranieri e pescaresi, che si aggira, a tutte ore del giorno fino a sera, nel quartiere sempre più multietnico, tra via Quarto dei Mille, via De Amicis, corso Vittorio, piazza Santa Caterina e via Martiri Pennesi. Sostano sui marciapiedi con la bottiglia in mano e bevono. Urlano, minacciano, rubano. Si sentono padroni del territorio, pattugliato e presidiato continuamente dalle forze dell'ordine. Nel quartiere si respira un clima di terrore, commercianti e residenti si sentono sotto scacco e hanno paura. Alcuni cittadini hanno rivelato di aver pagato la vigilanza privata per stare più sicuri dentro le loro case. Sempre più esasperati, ieri mattina, radunati in piazza della Repubblica, hanno di nuovo denunciato il degrado della zona che, a loro dire, è peggiorata negli ultimi tempi.

Domenico Pettinari (M5s) con residenti e commercianti
Affiancati dal vice presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, sono tornati a protestare, nel giro di tre mesi, per chiedere maggiore sicurezza e un altro presidio fisso per vigilare sul quadrilatero, in centro. «Oltre al danno, la beffa», attacca Pettinari, «dopo le nostre ripetute richieste di una pattuglia fissa, i cittadini hanno ottenuto la presenza di un solo vigile urbano che dopo una settimana è stato spostato altrove. Così la situazione è tornata uguale a prima, ormai un Far West. Di recente, una donna è stata minacciata da un abusivo a cui non ha voluto dare i soldi per il parcheggio. La situazione è fuori controllo». Poi il consigliere regionale ha raccolto lo sfogo dei cittadini che hanno tirato fuori la loro rabbia mentre a pochi passi, lungo corso Vittorio Emanuele, poco prima di mezzogiorno, di fronte ai giardinetti del terminal bus, uno straniero di 30 anni è crollato a terra davanti a un bar. Per lunghi minuti è rimasto sull'asfalto, senza muoversi. E' stato soccorso dagli operatori di una ambulanza della Croce Rossa (diretta da Gianluca Desiderio), che hanno rilevato lo stato di ebbrezza durante il trasporto in ospedale. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia di carabinieri. «Ecco che cosa succede tutti i giorni», esplode Barbara Corrente, titolare del Centro del Cucito in corso Vittorio, «soggetti che girano con le bottiglie in mano, bevono, si spogliano, cascano a terra ubriachi oppure entrano e ci minacciano. Stiamo perdendo i clienti che dall'altra parte della strada ci urlano per chiederci se possono entrare in negozio, bloccati da questa gente che si accalca alla fermata del bus di cui abbiamo chiesto più volte l'abbattimento o il trasferimento».

Alessandro Di Benedetto, gelataio
Il titolare della gelateria Naiko, Alessandro Di Benedetto, denuncia un crollo del fatturato: «Meno 50%. I clienti non entrano più, chiudiamo in anticipo la sera. Ci pagheremo la vigilanza privata, ma ciò significherebbe la sconfitta delle istituzioni». Benedetta Fingo è mamma di due bimbi di 4 e 6 anni e uno in arrivo. Abita in piazza Santa Caterina. La voce trema durante il racconto: «Ho paura a uscire di casa con i miei bambini che non ho mai potuto portare a giocare nel parco di Santa Caterina, perché lì accade di tutto. Quando spacciano, chiudono i cancelli e si litigano i clienti. Una volta ho dovuto chiamare la polizia per rientrare a casa». «Sono stata scippata tre volte», svela Annarita Marino, una residente. E un'altra, Teresa Veri: «Noi del condominio abbiamo assunto una guardia giurata dopo che nell'androne abbiamo ritrovato un tizio nudo».
«Stanno nascendo troppe attività di stranieri», osserva la tabaccaia Valeria Torlonio. Conclude Pettinari: «Qui, subito, un presidio fisso. Quello del terminal non basta».
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