i fatti
Rigante e Cagnetta, due omicidi in 60 giorni
PESCARA. Sono passati poco più di due mesi tra l’omicidio di Domenico Rigante e quello di Tommaso Cagnetta, i due delitti per cui sono accusati rispettivamente i due fratelli Massimo e Angelo...
PESCARA. Sono passati poco più di due mesi tra l’omicidio di Domenico Rigante e quello di Tommaso Cagnetta, i due delitti per cui sono accusati rispettivamente i due fratelli Massimo e Angelo Ciarelli. Rigante, ultrà del Pescara di 24 anni e padre di una bimba nata da pochi mesi, viene ucciso la sera del primo maggio nell’appartamento di via Giambattista Polacchi in cui era andato a vedere la partita. Secondo la ricostruzione degli investigatori alle 21,45, Ciarelli e almeno altri 4 rom piombano in piazza dei Grue. Massimo Ciarelli spara due colpi all’indirizzo di Antonio Rigante, che si rifugia in casa, in via Polacchi. Il commando fa irruzione. Antonio si rifugia sotto il letto, il gemello Domenico, scambiato per lui, viene ucciso con un colpo di pistola. Pochi giorni dopo, Massimo e i suoi presunti complici vengono arrestati. Il movente del delitto sarebbe la lite scoppiata il 30 aprile tra il gemello di Domenico, Antonio, e Massimo Ciarelli a Pescara Vecchia.
Passano poco più di due mesi e Tommaso Cagnetta, 42 anni, viene colpito da un proiettile nel cortile del Ferro di cavallo di via Tavo. La ricostruzione degli inquirenti parla di una lite tra rom e tossicodipendenti scoppiata per un grammo di cocaina pagato 10 euro meno del dovuto. Ùna lite poi degenerata in un colpo di pistola che probabilmente non era diretto a Cagnetta. Qualche giorno dopo gli uomini della squadra mobile arrestano Angelo Ciarelli, 38 anni, fratello di Massimo Ciarelli. Per il giovane, difeso da Giancarlo De Marco, il pm Valentina D’Agostino ha chiesto il giudizio immediato con l’accusa di omicidio volontario.©RIPRODUZIONE RISERVATA