Rigopiano e le 29 vittime: il Giardino della memoria è ancora un’incompiuta
La protesta dell’associazione di Orosei che ha realizzato la statua: «Sculture lasciate nel capannone». I familiari: «Siamo disgustati»
FARINDOLA. Che fine ha fatto il Giardino della Memoria di Rigopiano? È questa la domanda che si pone la comunità di Orosei che, tramite l’associazione culturale di musica Orosei guidata dal presidente Tony Diana, ha promosso e raccolto i fondi necessari alla realizzazione dell’opera, in memoria delle vittime, dello scultore Mario Mula: una statua della Madonna, 29 cubi, due steli con incisi i nomi delle 29 vittime e 100 metri quadrati di pavimentazione. «Quando abbiamo deciso di donare questo monumento l’abbiamo fatto con il cuore. Ora sono passati cinque anni e le sculture sono ancora conservate nel capannone della ditta Di Clemente. Siamo molto amareggiati», dice il presidente dell'associazione Orosei. «Ci rivolgiamo alle istituzioni affinché, a sei anni dall’immane tragedia di Rigopiano, possano partire i lavori di realizzazione del Giardino della Memoria», sottolinea ancora Diana.
«Siamo disgustati e arrabbiati», racconta Egidio Bonifazi che nella tragedia di Rigopiano ha perso suo figlio Emanuele, receptionist del resort. «Da quattro anni, insieme ad altri familiari, sto seguendo l’iter organizzativo: viaggi, riunioni, illusioni. L’ultimo incontro risale allo scorso settembre, quando uscimmo dalla sala consiliare di Farindola rassicurati sul fatto che i lavori sarebbero iniziati in primavera. Il sindaco Lacchetta ci comunicò che sarebbe stato predisposto un conto corrente finalizzato alla raccolta fondi per la realizzazione del giardino della memoria. Il comitato ha già versato la somma raccolta con lo spettacolo che Federico Perrotta e Pino Insegno organizzarono a Pescara a luglio 2019. Sappiamo che anche la Regione Abruzzo ha stanziato un contributo da destinare all’opera. Recentemente è stata individuata anche la ditta per effettuare i lavori, ma ora pare occorra un’integrazione richiesta dall’Ente Parco al Comune di Farindola. Manca anche la documentazione da parte del Comune di Farindola che approvi la realizzazione del giardino della memoria. Come familiari delle vittime ci sentiamo in grande difficoltà nei confronti dell’associazione di Orosei e siamo rammaricati perché è evidente che manca la volontà di onorare i nostri angeli», conclude Bonifazi.
«Siamo disgustati e arrabbiati», racconta Egidio Bonifazi che nella tragedia di Rigopiano ha perso suo figlio Emanuele, receptionist del resort. «Da quattro anni, insieme ad altri familiari, sto seguendo l’iter organizzativo: viaggi, riunioni, illusioni. L’ultimo incontro risale allo scorso settembre, quando uscimmo dalla sala consiliare di Farindola rassicurati sul fatto che i lavori sarebbero iniziati in primavera. Il sindaco Lacchetta ci comunicò che sarebbe stato predisposto un conto corrente finalizzato alla raccolta fondi per la realizzazione del giardino della memoria. Il comitato ha già versato la somma raccolta con lo spettacolo che Federico Perrotta e Pino Insegno organizzarono a Pescara a luglio 2019. Sappiamo che anche la Regione Abruzzo ha stanziato un contributo da destinare all’opera. Recentemente è stata individuata anche la ditta per effettuare i lavori, ma ora pare occorra un’integrazione richiesta dall’Ente Parco al Comune di Farindola. Manca anche la documentazione da parte del Comune di Farindola che approvi la realizzazione del giardino della memoria. Come familiari delle vittime ci sentiamo in grande difficoltà nei confronti dell’associazione di Orosei e siamo rammaricati perché è evidente che manca la volontà di onorare i nostri angeli», conclude Bonifazi.