Rigopiano, l’allerta della Regione con due giorni di ritardo
Nell’ufficio senza personale nessuno inviò il bollettino Meteo
L ingegnere rimasto solo nell’ufficio di Prevenzione dei rischi di protezione civile perché un dipendente era andato in pensione e il dirigente non lo rimpiazzavano dal maggio precedente; e che poi rimane anche lui bloccato a casa dalla neve nei giorni del 17 e del 18 gennaio. Il risultato è il bollettino con l’allerta valanghe 4, pericolo forte, che il Meteomont chiede di diffondere il 17 gennaio e che invece viene diffuso dalla Regione due giorni dopo. A tragedia avvenuta. È un altro aspetto del servizio di prevenzione della Regione, oltre a quello di gestione dell’emergenza della Prefettura, su cui sta indagando la Procura. Una prevenzione che, come emerge dalle carte dell’inchiesta, non ha funzionato non solo per la mancata realizzazione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga come disposto da una legge del 1992, ma anche nella diffusione, più semplice e banale, del bollettino Meteomont che quel pericolo lo annunciava, e forte, già il 9 gennaio. E ancora il 17 gennaio 2017, iIl giorno prima che la valanga si abbattesse davvero sull’hotel Rigopiano e su 29 esistenze. Un esito che dà i brividi quanto il carteggio, via mail, che in quei giorni di gennaio avviene tra i vari uffici regionali e la responsabile del Meteomont.
LA MAIL DEL 9 GENNAIO.
«Vi scrivo in relazione al pericolo valanghe, emerso dal bollettino Meteomont allegato, che sul versante Majella e nell’Appennino centro meridionale risulta essere pari a 4, ovvero pericolo forte». È il 9 gennaio 2017 e il maggiore dei carabinieri forestali Marta De Paulis, responsabile regionale Meteomont scrive al funzionario della Regione Antonio Iovino chiedendogli a chi deve rivolgersi per la pubblicazione del comunicato con cui avvisare la popolazione: «Era consuetudine che con questo grado di pericolo si emetteva un comunicato stampa attraverso comunicazione sul sito della Regione. Vorrei sapere chi è il referente regionale per questa materia, ovvero il sostituto del dottor Sabatino Belmaggio, che prima collaborava con noi». Ma all’ufficio prevenzione della protezione civile il sostituto di Belmaggio non c’è, e non c’è almeno da maggio dell’anno prima quando il dirigente del servizio Prevenzione rischi di protezione civile Carlo Giovani sollecitava via mail al direttore di dipartimento Emidio Primavera: «Ad oggi non avendo più il responsabile dell’ufficio, ti chiedo cortesemente di occuparti urgentemente della sostituzione di Belmaggio altrimenti rischiamo di essere pesantemente inadempienti». Ma al 9 gennaio dell’anno dopo la responsabile Meteomont non sa ancora a chi inviare il bollettino dell’allarme da diffondere.
«SONO RIMASTO SOLO»
Qualcuno in quell’ufficio è rimasto, ma è da solo. Si tratta dell’ingegner Domenico Macrini che in quei giorni di allerta maltempo è in gravi ambasce perché è andato via anche il geometra, tanto che l’11 gennaio Macrini scrive a Giovani: «Ti ribadisco l’urgente necessità di personale tecnico al posto del geometra improvvisamente collocato in pensione senza dare la possibilità agli uffici di affrontare le conseguenti fasi organizzative (due uffici senza personale). Pertanto, come ti ho già rappresentato anche nella precedente mail, ad oggi le attività del Coreneva sono sospese». Ma la richiesta cade nel vuoto.
BLOCCATO DALLA NEVE.
I nodi vengono al pettine di lì a pochi giorni, alla vigilia del disastro di Rigopiano, quando il maltempo ha piegato l’intera regione e anche l’unico dipendente rimasto a presidiare l’ufficio Prevenzione rischi di Protezione civile, Macrini, non può raggiungere il posto di lavoro perché nei giorni del 17 e 18 gennaio è bloccato dalla neve. Nell’ufficio non c’è più nessuno, e nessuno divulga alla popolazione il pericolo valanghe 4 - molto forte - registrato il 17 gennaio.
L’ALLARME NON PARTE.
Un bollettino che fotografa quello che si verifica a Rigopiano: «L’ondata di maltempo che sta colpendo l’Abruzzo ha comportato l’accumulo di strati di neve fresca su strati di neve precedentemente compatta e già trasformata. Questa condizione del manto nevoso provoca un aumento della instabilità di pendii montani caratterizzati da accumuli di neve con diversa consistenza, umidità e temperatura. I rilevamenti del Meteomont hanno evidenziato un grado di pericolo 4 su 5 (forte) per caduta valanghe su tutta la regione. Il rischio è forte su tutti i pendii caratterizzati da una pendenza superiore ai 30 gradi. Si raccomanda di consultare sempre il bollettino Meteomont».
FINO AL 19 GENNAIO
L’ingegner Macrini, che meno di una settimana prima aveva fatto presente di essere rimasto solo, rientra in ufficio il 19 gennaio. Alle 9,21 di quel giorno di morte, mentre i soccorsi riescono a raggiungere quel che resta dell’hotel Rigopiano, Macrini invia a Giovani la proposta di comunicato rischio valanghe, come scrive nell’oggetto, aggiungendo: «Come ti ho già comunicato, sono rimasto bloccato per due giorni 17-18 gennaio 2017 a causa dell’emergenza neve che ha colpito anche la mia località di residenza in totale assenza di energia elettrica e comunicazioni telefoniche. Solo oggi sono riuscito a raggiungere il posto di lavoro e a preparare il comunicato in allegato». Solo oggi, ma sono già tutti morti.
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