Rischio camorra, revocato un appalto

Bloccati i lavori a Sambuceto. Erano stati affidati a una ditta di Casal di Principe

SAN GIOVANNI TEATINO. Salta per rischio di infiltrazioni della camorra a Sambuceto, nel cuore dell'area metropolitana, l'appalto dei lavori per il restyling di piazza San Rocco, progettato dall'architetto Mario Botta. Le verifiche predisposte dalla prefettura di Chieti sulla ditta appaltatrice, la The World srl, di Casal di Principe, regno in provincia di Caserta del cartello camorristico dei casalesi, hanno portato ieri alla revoca e allo stop dei lavori, che erano stati affidati il 28 aprile 2011.

L'APPALTO A SCHIAVONE.
Il provvedimento per la rescissione contrattuale è stato firmato dal responsabile comunale delle procedure d'appalto, Alfonso Melchiorre, nella tarda mattinata, e subito notificato al legale rappresentante della The World, Francesco Schiavone, un imprenditore con nome e cognome pesanti, omonimo del potente boss, più conosciuto come Sandokan, del clan dei Casalesi.

La disdetta era un atto dovuto per l'amministrazione di San Giovanni Teatino, dopo che venerdì
era arrivata a palazzo di città l'informativa ufficiale della prefettura sull'esito delle indagini condotte per controllare eventuali implicazioni di stampo mafioso della ditta, che aveva vinto l'appalto quasi un anno fa, con un ribasso del 28,17% su un importo a base d'asta di 999mila euro. Quando fu eseguito l'affidamento dei lavori, nell'aprile 2011, dalla documentazione fornita dalla ditta al Comune, dal casellario giudiziario dell'imprenditore Francesco Schiavone al certificato antimafia rilasciato dalla camera di commercio, risultava tutto regolare. Al termine invece delle verifiche ordinate successivamente dalla prefettura, la nota trasmessa venerdì scorso in municipio dall'ufficio del Governo non lasciava spazio a dubbi: pur se ormai vicini alla conclusione, per i lavori di San Rocco c'erano le condizioni per la revoca ai sensi della legge sulla normativa antimafia, che conferisce ai prefetti la competenza delle verifiche sui soggetti e sulle imprese che operano nell'ambito della pubblica amministrazione.

I CONTROLLI.
Lunghi e laboriosi, i controlli sulla ditta The World sono durati 9 mesi e hanno coinvolto diversi organismi e forze inquirenti, compresi il Gico, la guardia di finanza e i carabinieri. Oltre all'osservanza delle leggi dello Stato, la volontà di non lasciarsi coinvolgere in tentativi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nel proprio territorio era stata rafforzata negli anni scorsi dal Comune di San Giovanni Teatino con la stipula, nel luglio 2009, di un protocollo di legalità in materia di pubblici appalti, sottoscritto con la prefettura di Chieti.

LA CLAUSOLA.
L'intesa prevede l'inserimento nei capitolati d'appalto di alcune clausole di garanzia antimafia. Una di queste autorizza la rescissione contrattuale «qualora successivamente alla stipula del contratto dovessero essere comunicate dalla prefettura informazioni interdittive antimafia di cui all'articolo 10 del dpr 252/98». In virtù di questa clausola, sottoscritta a suo tempo dalla The World, l'amministrazione comunale ha potuto procedere ieri, senza temere ricorsi, alla revoca del contratto. Mancava poco più di un mese al termine dei lavori.

LE REAZIONI.
«Tengo a far sapere ai cittadini che i lavori in piazza San Rocco riprenderanno presto con la seconda ditta classificata nella gara d'appalto. È importante anche dire che nell'azione del Comune non c'è stata alcuna illegalità». Il sindaco Luciano Marinucci non esita a difendere l'operato dell'amministrazione di San Giovanni Teatino, sia nell'affidamento dei lavori di San Rocco, sia nella rescissione del contratto.

«Da parte nostra e dell'ex sindaco Verino Caldarelli, è stato fatto tutto nel rispetto della legge», afferma il primo cittadino, «le carte presentate a suo tempo dalla ditta erano a posto, l'affidamento è stato eseguito in maniera regolare. Siamo fieri che il Comune di San Giovanni Teatino sia uno dei pochi della provincia ad aver aderito al protocollo sulla legalità, che oggi ci ha consentito di procedere alla rescissione contrattuale, scansando il rischio di illegalità».

Le manovre di avvicinamento della criminalità sono state per il momento respinte. «Ci siamo attenuti alla legge e siamo più che soddisfatti», è il commento dell'assessore ai lavori pubblici Giorgio Di Clemente, «mi viene solo da riflettere sul fatto che ci siano voluti nove mesi per le verifiche sulla ditta. Contavamo di terminare i lavori per marzo».

Dall'opposizione, il consigliere indipendente Roberto Ferraioli, plaude alle scelte fatte dal Comune per difendere il territorio dai tentativi di infiltrazione mafiosa: «Grazie al protocollo sottoscritto tre anni fa sull'antimafia, oggi l'amministrazione ha potuto revocare l'appalto, agendo in linea con la legge, senza rischi di ricorsi e ulteriori danni economici per l'ente».

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