Ristori, lavoratori agricoli beffati 

La denuncia della Cisl: gli addetti con contratti a tempo tagliati fuori dagli aiuti

Lavoratori agricoli con contratto a tempo determinato tagliati fuori dai decreti Ristori. A denunciarlo è la Fai-Cisl, che torna a lanciare l’allarme dopo che, già nelle scorse settimane, aveva sollecitato il Governo a intervenire per colmare un vuoto a causa del quale rimarrebbero privi di sostegno circa 80mila addetti del settore. «Il primo decreto Ristori», afferma il segretario nazionale del sindacato, Onofrio Rota, «aveva previsto il riconoscimento di un’indennità di mille euro senza chiarire se tra i destinatari fossero ricompresi i lavoratori del settore agricolo a tempo determinato. Neanche i successivi provvedimenti hanno colmato questa grave lacuna, che vede discriminata una categoria da sempre in prima linea, anche in piena emergenza, nel garantire la produzione di beni di prima necessità per l’intera comunità nazionale. Purtroppo», continua Rota, «soltanto il 14 dicembre, a soli tre giorni dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione delle domande, e dopo numerosi nostri solleciti inviati ai ministeri competenti, l’Inps ha potuto confermare con una circolare quanto da noi temuto, e cioè che i lavoratori agricoli non sono inclusi. La conseguenza è che al momento abbiamo raccolto quasi 80 mila domande che attendono al più presto una risposta concreta».
Più di un mese fa, la Fai aveva scritto al Governo e all’Inps per chiedere il riconoscimento dell’indennità - i lavoratori a tempo determinato rappresentano il 90% degli addetti totali del settore - e l’estensione della Cisoa, la cassa integrazione salariale degli operai agricoli. Se alla fine quest’ultima è stata inserita nella legge di Bilancio, sul bonus non sono ancora arrivate risposte.
Per questo il sindacato ha scritto di nuovo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri Roberto Gualtieri (Economia), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Teresa Bellanova (Politiche agricole), e al presidente dell’Inps Pasquale Tridico. «Chiediamo che vengano rifinanziate le integrazioni al reddito e che venga concessa una nuova proroga della scadenza per farne richiesta» si legge nella lettera.