MONTESILVANO
Roberta: positiva al Covid, ho partorito e stiamo bene
Il racconto della mamma 40enne che ha dato alla luce un bimbo
MONTESILVANO. Guanti, mascherina e un pancione da mostrare con orgoglio. Appena due giorni prima, Roberta Pavone, 40enne di Montesilvano in attesa del secondo figlio, posava davanti all’obiettivo del suo compagno, il vigile del fuoco Claudio Di Pompeo. La futura mamma non sapeva ancora di essere una degli 85 montesilvanesi positivi al Covid-19 e che di lì a poco avrebbe dato alla luce Marzio senza avere la possibilità di tenerlo tra le braccia. A una settimana dal parto, la mamma è tornata a casa, mentre il piccolo, risultato negativo al primo tampone, dovrà rimanere ancora un po’ in ospedale per precauzione.
Come ha scoperto di avere il coronavirus?
Sabato scorso avevo la febbre alta e ho avvertito la mia ginecologa che, mancando poco al parto, mi ha consigliato di recarmi in ospedale per il monitoraggio. Domenica sono andata e sono stata trattata con protocollo Covid. Dopo poco sono iniziate le contrazioni ed è nato Marzio.
Com’è stato il parto?
Sicuramente diverso da come lo avevo immaginato. Innanzitutto perché sono stata da sola dal momento che Claudio non ha potuto assistere. E poi il personale aveva tutte le protezioni. Fortunatamente è stato veloce ed è andato tutto bene. Purtroppo non ho potuto vedere mio figlio.
Si aspettava di essere positiva?
Assolutamente no. Mercoledì è stata una doccia gelata, anche perché le analisi post parto non davano segni di infezioni e la febbre è passata subito. Tanto è vero che mercoledì stesso sono stata dimessa e sono tornata a casa dove ora io, mio figlio di 16 anni e il mio compagno – ai quali non è stato fatto il tampone - saremo in quarantena per 14 giorni prima dei controlli.
E il piccolo Marzio?
Il primo tampone, appena nato, è risultato negativo. Ora siamo in attesa del secondo. Il personale del reparto, tutte persone fantastiche, ci manda foto e aggiornamenti. Pesa oltre 3 chili e sta bene, ma non sappiamo ancora quando potrà tornare a casa. Mi manca, ma alla fine è andato tutto bene, questo è l’importante.
Perché ha accettato di raccontare la sua storia?
Perché credo che non ci sia alcun motivo di vergognarsi o nascondersi. E poi voglio far capire l'importanza di stare in casa. Io, pur essendo asintomatica nei giorni precedenti, sono stata dentro e quindi ho la coscienza pulita. (a.l.)
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