ABRUZZO IN FIAMME
Roghi, stato d'emergenza: chiesti 370 milioni di danni
Alberi, aziende, allevamenti e strade distrutti: parte la richiesta della Regione al premier Gentiloni. E la cifra è destinata a crescere ancora
PESCARA. I roghi costano caro all'Abruzzo. Più del nuovo ospedale di Chieti o del quinto lotto della Salerno Reggio Calabria. Quanto, esattamente? La spesa per risanare le piaghe degli incendi supera di dieci volte persino la bonifica di Bussi. I 209 roghi, grandi, medi e piccoli, che hanno devastato i boschi abruzzesi, dal primo luglio al 30 agosto, hanno infatti causato danni diretti, indiretti e spese per l'emergenza che, in totale, ammontano a 371,5 milioni di euro. Una cifra molto alta e che, attenzione, è ancora provvisoria, nel senso che è destinata a crescere.
CONTO SALATO Ma l’Abruzzo non può aspettare. Con gli incendi ancora in corso, la Regione ha approvato il primo conto dei danni da presentare al premier, Paolo Gentiloni. Alle 13 di ieri, Luciano D'Alfonso, ha convocato la giunta, nella sede della Regione in viale Bovio a Pescara. C'erano tutti i pezzi da novanta del governo regionale: Giovanni Lolli, Andrea Gerosolimo, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Marinella Sclocco e Donato Di Matteo. La seduta è durata un'ora e mezza. D’Alfonso ha parlato per primo, Gerosolimo e Mazzocca sono intervenuti dopo di lui. Il quarto a intervenire è stato Lolli su un tema piuttosto delicato dei divieti di legge che rischiano di ritardare le operazioni di manutenzione boschiva.
CATTIVO STATO Tagliare alberi pericolanti non sarà facile. E di alberi in bilico, dopo i roghi, ne restano migliaia su un territorio drammaticamente devastato. La giunta cerca il modo, attraverso la valutazione del rischio di protezione civile e lo stato di necessità diffuso, per ottenere deroghe e salvacondotti. Alle 15 la delibera con la dichiarazione di stato di emergenza e la richiesta da inviare alla presidenza del Consiglio dei ministri, era pronta. E’ composta da tre facciate più un allegato di 18 pagine. A pagina 17 di quest’ultimo c’è il cuore della richiesta milionaria: la quantificazione del danno.
Secondo un primo calcolo, affidato alla Protezione civile, i danni diretti ammontano a 120,5 milioni di euro. E per danni diretti si intendono quelli subiti dalle aree boscate (43 milioni); quelli per il ripristino e il rimboschimento delle aree a maggior rischio (11 milioni) e per la messa in sicurezza delle pinete (30 milioni). Ma ci sono anche i danni patiti dalle strade pubbliche (4 milioni) e private (0,5 milioni); dagli allevamenti (10 milioni) e dai monumenti e beni storici (2 milioni), oltre le spese di 20 milioni previste per scongiurare il dissesto idrogeologico.
EFFETTI NEFASTI A questo capitolo se ne aggiunge un altro ben più consistente di 250 milioni stimati, per ora, come danni indiretti, connessi agli effetti nefasti sull’economia agricola, alle piccole medie imprese e al terziario. L’ultima voce in capitolo riguarda le spese vive dell’emergenza: la convenzione della Regione Abruzzo con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco (500mila euro), con i carabinieri forestali (35mila euro), il noleggio degli elicotteri (80mila euro) e il costo dei mezzi, del personale e dei materiali, della protezione civile regionale (350mila euro). Cifre, queste ultime, destinate a lievitare.
STRADA SPIANATA E non è finita: nelle 48 ore che hanno preceduto l'atto di giunta, il governatore si è speso per preparare il campo alle pesanti richieste, puntando molto in alto per spianare la strada che dovrebbe permettere all'Abruzzo di ottenere il maxi risarcimento.
Giovedì ha incontrato a Roma il ministro dell'Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, che gli ha assicurato la disponibilità economica per l'emergenza incendi in Abruzzo. Così come gli ha confermato la sua presenza a Chieti, l'8 settembre, al convegno sull'economista di Bomba, Bertrando Spaventa. Poi, D'Alfonso, ha incontrato Antonio Funiciello, capo della segreteria dell'ufficio di presidenza del Consiglio, con il quale ha pianificato la visita in Abruzzo del premier Gentiloni, prevista per il 6 settembre, prima a Campotosto e poi a Colledara. Una visita mirata a mettere a fuoco i problemi del sisma e dei roghi e durante la quale il presidente del Consiglio riceverà il dossier sugli incendi che hanno interessato 160 Comuni abruzzesi e, dal primo luglio, oltre 5.500 ettari di terreno, 3.337 dei coperti da boschi.
IN GINOCCHIO «L’Abruzzo è in ginocchio», ha detto D’Alfonso, «il nostro patrimonio boschivo è stato duramente compromesso. Abbiamo registrato danni a strutture abitative e molti animali sono rimasti uccisi dal fuoco. Con la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza vogliamo certificare i danni che abbiamo subito da questa calamità naturale». Un dato svetta su tutti: dall’inizio dei roghi è stato sganciato un milione di metri cubi d’acqua al giono. Ma non è bastato.
FUORI DAL COMUNE Ancora sulla riunione di giunta. In quell’ora e mezza gli interventi si sono susseguiti, mentre nella stanza di Enzo Del Vecchio, segretario particolare del presidente, arrivavano mail dai Comuni colpiti dai roghi che, in fretta e furia, hanno riunito le giunte e votato le proprie delibere di richiesta di stato di emergenza. Sulmona, Pratola Peligna, Bugnara, Prezza, Cocullo e Anversa degli Abruzzi sono risultati i più colpiti. Vittime del piano criminale che sta ancora distruggendo le bellezze d’Abruzzo.
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