PESCARA
Rosario Livatino, l'uomo, il giudice, l’esempio
A Chieti, Pescara, Teramo, Avezzano una mostra del Centro servizi per il volontariato Abruzzo dedicata al magistrato ucciso dalla mafia
PESCARA. "Sub Tutela Dei - Rosario Livatino, l’uomo, il giudice, l’esempio": è il sottotitolo della mostra dedicata al magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 e beatificato dalla Chiesa il 9 maggio del 2021.
E' in programma dal 21 marzo al 14 maggio in quattro città abruzzesi. A Chieti, al museo "Costantino Barbella" di via de Lollis, viene aperta dal 21 al 31 marzo nei seguenti orari: dalle ore 9 alle 13, e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 19 (chiuso lunedì 27).
All'Aurum di Pescara, dal 12 al 19 aprile, dalle ore 9 alle 14 e dalle 15,30 alle 19,30.
Nella sala conferenze Montessori, via Genserico Fontana ad Avezzano, dal 22 aprile al 3 maggio, dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Nella sala espositiva comunale di via Nicola Palma a Teramo dal 6 al 14 maggio, dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.
L'esposizione del Csv Abruzzo Ets è stata allestita per il Meeting di Rimini, la scorsa estate, ed è promossa da Libera associazione forense, Centro studi Rosario Livatino, Centro culturale Il Sentiero. Oggi è stata presentata a Pescara.
Si avvale di numerosi patrocini tra cui: Regione Abruzzo, Ufficio scolastico regionale, tutte le Province abruzzesi, i Comuni dei quattro capoluoghi e di Avezzano, la Conferenza episcopale Abruzzo e Molise, l’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, le diocesi di Teramo-Atri e di Avezzano, le fondazioni Tercas e PescarAbruzzo, l’Università di Teramo, i Tribunali di Avezzano, Chieti, Pescara, Teramo; il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Teramo, il Forum del Terzo settore. Media partner: VDossier in collaborazione con Caritas, Libera, l’Unione giuristi cattolici di Pescara e Teramo, l’Associazione genitori, Prossimità alle istituzioni, Cosma, premio Borsellino, Arci, Legalità cultura e territorio.
Parlando del titolo della mostra, di cui è curatrice Roberta Masotto (Libera associazione forense), il presidente del Csv Abruzzo Casto Di Bonaventura ha detto: «Abbiamo scelto Sub Tutela Dei perché nella promozione e valorizzazione del volontariato non possono non trovare spazio gli ideali di bellezza, di verità e di giustizia che abitano il cuore dell’uomo. Il volontariato, infatti, non risponde direttamente al bisogno ma alle persone e, facendo ciò, incontrano il bisogno che le persone manifestano. Possiamo affermare, infatti, che senza ideali profondamente radicati nel cuore umano anche la legalità, come ogni altra virtù umana, rischia di restare una vuota affermazione. La vita del giudice Livatino testimonia cosa sia vivere per qualcosa di più grande della gloria umana e cosa sia donare se stessi a questo ideale. Tutto ciò, a mio parere, si vede benissimo nella mostra che, nel suo percorso regionale, vuole essere segno per tutti coloro che la visiteranno, in particolare per i giovani, di come si possa vivere lo studio il lavoro e la famiglia con quella pienezza di senso che sembra spesso sfuggire dalle nostre dita. Tante saranno le classi delle scuole secondarie che, attraverso la mostra, potranno approfondire la storia sociale, culturale e civile del nostro Paese. In particolare, alcuni studenti, debitamente formati, avranno il ruolo di apprendisti Ciceroni e guideranno i visitatori nel percorso della mostra».
La mostra prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio che rievoca l’agguato e che introduce al percorso. Una parte importante è dedicata al testimone Piero Nava, direttore commerciale lombardo, che il 21 settembre 1990 si trovava in Sicilia per un viaggio di lavoro. Assistette, dallo specchietto retrovisore della sua auto, all’attentato che portò all’esecuzione del magistrato Livatino da parte dei mafiosi. Fu lui ad avvisare le forze dell’ordine e riferì quanto aveva visto. In un periodo in cui non esistevano disposizioni sui collaboratori di giustizia, Nava, cittadino onesto e testimone, non pentito, ha visto la propria esistenza stravolta. Ha perso il lavoro ed è ancora oggi costretto a nascondersi con tutta la sua famiglia, cambiando spesso città e generalità.