Salle, cani avvelenati in paese si cerca il killer
Morti animali randagi e di proprietà, circola un bigliettino intimidatorio Il presidente della Lega Guidi: fenomeno di proporzioni preoccupanti
SALLE. Interviene la sezione di Pescara della Lega per la difesa del cane, a denunciare i numerosi casi di avvelenamento di cani registrati in questi giorni. E non solo animali randagi, ma anche di proprietà. Chi si è reso responsabile di questi gesti criminali è passato anche alle minacce e persecuzioni verso i proprietari degli animali postando messaggi sui social network, naturalmente in forma anonima. A Salle gira anche l'immagine di un biglietto redatto con caratteri trasferibili in modo da non lasciare elementi da poter sottoporre a perizie calligrafiche con la scritta «Fuori i cani da Salle e la cagna padrona». Si pensa possa trattarsi anche di persona caratterialmente instabile. «Il fenomeno», scrive il responsabile della segreteria della Lega del Cane Pierluigi Guidi, «sta assumendo proporzioni estremamente preoccupanti: dopo le minacce, è stato dato seguito all'ennesimo caso di avvelenamento. Dopo la morte di Marley (1 anno di età) circa un mese fa, l'ultima tra le tante vittime è un altro cucciolotto di 11 mesi di nome Libano, di proprietà e non un randagio come già accaduto in passato. Dalle prime segnalazioni in agosto del 2012 sono stati diversi i casi di avvelenamento, dapprima i randagi, adesso quelli padronali». In realtà a Salle la vile pratica di avvelenare i cani non è del tutto nuova. In passato, si parla di decenni, è stata frequente. Negli ultimi anni era stata come congelata per riapparire prepotente in queste ultime settimane. «Abbiamo già suggerito agli abitanti», riprende Guidi, «quali meccanismi mettere in moto, ma nonostante i referti veterinari e la conseguente ordinanza del sindaco Florindo Colangelo «già emanata anche grazie alle pressioni di alcuni cittadini, i casi di avvelenamento si sono ripetuti ininterrottamente fino al ritrovamento di Libano che speriamo possa essere l'ultimo». La Lega nazionale per la Difesa del Cane annuncia che presenterà denuncia alla Procura di Pescara per i reati di uccisione di animali, getto di sostanze pericolose e uso di esche avvelenate. «Ricordiamo infatti che avvelenare un animale», riprende Guidi, «è un reato penale. Inoltre la normativa sanitaria proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da 51,65 a 516,46 euro. La legge prevede», precisa Guidi, «che ricorrendone le condizioni, il sindaco apra un’indagine in collaborazione con le autorità competenti e, nel caso vengano rinvenuti esche o bocconi avvelenati, entro le 48 ore successive provveda a bonificare il luogo interessato dall’avvelenamento». Le operazioni sono in corso così come le ricerche dei responsabili: a Salle si spera nel pieno successo.
Walter Teti
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