Salta la vendita della piscina
Francavilla, la società Progetto Sport si tira indietro e per il Comune si apre un buco da 3 milioni
FRANCAVILLA. Salta la vendita della piscina e nel bilancio comunale si prospetta un buco di 3 milioni di euro. A un anno di distanza dall’aggiudicazione della gara per l’acquisto dell’impianto sportivo di via Majella, la Progetto Sport di Pescara si è tirata indietro. La società che ha gestito la piscina comunale fin dalla sua inaugurazione avvenuta nel 2000, era stata l’unica nel maggio 2012 a rispondere al bando, offrendo 1 solo euro al rialzo su una base d’asta di 3 milioni e 200 mila euro. La rinuncia all’acquisto è stata formalizzata alla fine dello scorso aprile, alla scadenza della seconda proroga concessa dal Comune alla ditta per definire concretamente la compravendita dell’immobile, che inizialmente era stabilita entro dicembre 2012. Rinunciando a corrispondere il saldo di 2 milioni 900 mila euro, la Progetto Sport ha perso l’acconto di 320 mila euro che aveva versato un anno fa, equivalente al 10% dell’importo complessivo. La società, comunque, sta continuando a garantire la gestione della struttura pagando al Comune un canone di locazione prefissato a suo tempo, senza alcun disagio per i numerosi utenti: la piscina conta circa duemila iscritti, con 180 mila presenze l'anno.
La mancata vendita dell’immobile, però, ha inferto un duro colpo al piano di risanamento finanziario pianificato dall’amministrazione per rimettere in sesto il bilancio in rosso. Il debito complessivo del Comune era stato stimato in circa 7 milioni di euro e con la vendita della piscina se ne sarebbe sanato quasi la metà. Così, mentre l’amministrazione comunale sta pensando a un nuovo bando per vendere l’impianto sportivo e fare cassa, l’opposizione parte all’attacco paventando il dissesto finanziario dell’ente. «Alla luce della rinuncia all'acquisto da parte dell'attuale gestore della piscina, si apre un futuro incerto per il bilancio del Comune», afferma il consigliere di centrodestra Franco Moroni. «L’alienazione non si è perfezionata e adesso si aprirà un ulteriore contenzioso per l'amministrazione», sostiene il consigliere in quanto l'attuale gestore, avendo ottenuto «il riconoscimento delle migliorie che nel corso degli anni ha eseguito all'interno della struttura, chiederà sicuramente di essere liquidato per un importo di circa 450 mila euro». «Dopo la tentata vendita del fabbricato Omni non ancora avvenuta», incalza Moroni, «dopo i canoni enfiteutici che di fatto sono bloccati poiché per legge non dovuti, dopo i cambi di destinazione d'uso da albergo ad appartamenti a cui sinora ha aderito una sola ditta che peraltro ha bloccato i pagamenti, tutti i tentativi di fare cassa sistematicamente falliscono, con la conseguenza che questa amministrazione sta pilotando il Comune verso un futuro dissesto finanziario». Inoltre, «di fronte alle ottimistiche previsioni di facili entrate, l'amministrazione Luciani ha ben pensato di aumentare le spese del personale assumendo, tramite la mobilità, dirigenti e funzionari, con un esborso annuo di circa 500 mila euro quando il personale originario era ben sufficiente e competente».
Giuseppina Gherardi
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