«Sanguinava, mi ha chiesto: sto morendo?» 

Il racconto del farmacista che ha soccorso il ferito, la rabbia del quartiere: il centro è terra di nessuno

PESCARA. A pochi passi dall’ingresso del bar Firenze, ieri, c’erano ancora ben visibili a terra delle macchie di sangue. L’obiettivo di tutti, residenti e commercianti, in via Firenze, è cercare di mettersi alle spalle in fretta l’accoltellamento del 15enne avvenuto martedì sera, proprio davanti al bar che porta il nome della via pedonale del centro. Bella di giorno, inquietante di notte. Come tutto il cuore della città. «Noi abbiamo paura», dicono dipendenti e titolari del bar Firenze, che hanno messo a disposizione degli uomini della squadra Mobile i filmati delle telecamere.
«Quando apriamo al mattino presto, e quando chiudiamo attorno alle 21, questa via è deserta, e non si vedono belle facce in giro. I ragazzini, poi, sono diventati pericolosi. Come tutti sappiamo, tanti vanno in giro con un coltello in tasca, ma sembrano anche addestrati ad usarlo per fare male. Dove si preparano a colpire con tanta efferatezza?». Gli esercenti della via chiamano a raccolta anche i residenti: «Le persone che vivono qui, costrette ormai da tempo a convivere con spaccio, schiamazzi, litigi e bisogni all’aria aperta, soprattutto in via Milano, dovrebbero scendere in strada, magari con una fiaccolata o una passeggiata, per richiamare l’attenzione degli amministratori e delle forze dell’ordine. Qui tutti sanno tutto, ma nessuno muove un dito. E il centro, così, è diventato più pericoloso delle periferie. La proposta di far arrivare in città l’esercito era assolutamente valida, non capiamo perché sia stata bocciata dalle istituzioni».
In via Firenze, pochi metri più giù, c’è una storica tabaccheria, altro punto di osservazione del degrado del centro di Pescara: «Noi a ora di cena chiudiamo, ma sappiamo dai residenti che la sera qui è il far west. Strade deserte, terra di nessuno. Servono controlli, soprattutto di sera. Accanto al bar Firenze c’è via Siena, una stradina buia e sempre deserta, in cui accade di tutto...».
Anche nella vicina farmacia Mignella, in cui il 15enne ferito è arrivato sanguinante e in preda al panico subito dopo aver subito le coltellate, il pensiero è simile: «Qui si vede gente poco raccomandabile, i ragazzi sono di una maleducazione e di una prepotenza da far spavento», dice il titolare. «Non capiamo come possano uscire di casa con un coltello in tasca, senza che le famiglie se ne accorgano. Quando martedì è entrato quel ragazzino, tutto agitato e sofferente, ho provato a medicarlo. Poi mi ha detto che era sta accoltellato, allora l’ho fatto sedere, l’ho tranquillizzato e ho allertato i soccorsi. Ma ho visto chiaramente che aveva un vero “buco” nella pancia. Perdeva sangue anche da una spalla. Mi ha chiesto: “sto morendo?”. L’ho rassicurato, poi è stato curato in ospedale. Ma è ancora vivo per una questione di millimetri...».