OSPEDALI

Sanità e farmaci, il caso Abruzzo fa breccia in tv 

Il dg Asl dribbla l’invito di La 7 e in studio Garattini avverte: «I problemi non si risolvono in Procura»

L’AQUILA. Sanità abruzzese a La 7 atto secondo. Dopo l'inchiesta di Isabella Ciotti trasmessa una settimana fa, ieri è andata in onda un’altra puntata, tutta incentrata sugli effetti della prima. In particolare sulla decisione del direttore generale dell'Asl di Chieti, Thomas Schael, di denunciare una dipendente comparsa in tv con il volto mascherato, ma l'atto è contro ignoti, perché la ricerca dell’intervistata è ancora in corso. «Alla Asl di Chieti è cominciata la caccia alle streghe», è stato l’incipit della trasmissione condotta da David Parenzo alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il farmacologo Silvio Garattini, volto molto noto in Abruzzo dove per anni ha lavorato, a Santa Maria Imbaro, nel suo istituto Mario Negri Sud, e il giornalista del Fatto Quotidiano, Antonello Caporale.
L’inviata Ciotti è tornata in Abruzzo per mettersi sulle tracce di Schael e chiedergli della denuncia. La giornalista si è appostata sulle scalette della palazzina della Direzione generale della Asl di Chieti, al policlinico, senza però riuscire intercettare il dg. Si è spostata quindi nel Teramano dove, in questo caso su appuntamento, ha incontrato il presidente Marco Marsilio, ospite la scorsa volta in trasmissione, che ieri ha preso le distanze dall’iniziativa del manager Asl.
Il commento del governatore: «Quando ho saputo che il direttore generale voleva denunciare gli ho sconsigliato di farlo». In studio l’intervento di Caporale è stato caustico: «È un atteggiamento ritorsivo», ha sostenuto il giornalista a proposito della dipendente denunciata, aggiungendo che il problema della sanità sta tutto nel fatto che «la politica deve nominare dai manager fino all’ultimo dei portantini».
Dall’alto della sua saggezza e dei suoi 96 anni, Garattini ha invece affermato che «i problemi non si risolvono in procura ma cercando di capire come stanno le cose». In chiusura è però arrivata la frase più bella, pronunciata dal marito della coppia aquilana che ha dato il via all’inchiesta televisiva sulla sanità abruzzese, sui farmaci portati da casa, i disavanzi delle Asl e i cittadini costretti a rinunciare alle cure.
Ecco la frase: «Voglio lanciare un appello: non prendetevela con gli operatori sanitari perché sono veramente degli angeli». (l.c.)