Sansificio riacceso dopo 20 giorni di stop

Il Tar sospende l’ordinanza del sindaco che aveva bloccato l’impianto. Il titolare: è la dimostrazione che la puzza non nuoce

PESCARA. Il sansificio può tornare in funzione. È questo l’effetto della decisione dei giudici del tribunale amministrativo che, in accoglimento dell’istanza cautelare, hanno sospeso ieri l’ordinanza con cui il sindaco Marco Alessandrini aveva bloccato l’impianto per presunte emissioni di fumo nocive alla salute.

Si tratta del primo round vinto dalla società Schiavone biocalore che, attraverso lo studio legale Luciani-De Merolis, di Francavilla, ha presentato ricorso al Tar contro l’ordinanza emanata il 2 aprile scorso. L’impianto di essiccazione della sansa, quindi, può tornare a funzionare, dopo oltre tre mesi di stop e riaccensioni, in attesa che i giudici si pronuncino nel merito.

A darne notizia è stato lo stesso titolare dello stabilimento Rocco Schiavone. «Questo provvedimento», ha detto, «è un primo importante riconoscimento che le immissioni di fumo non erano nocive per la salute pubblica e che il provvedimento di Alessandrini era dettato dalla psicosi sociale, creatasi per i maleodori e dalle continue pressioni mediatiche e politiche, cui era soggetto in merito alle tematiche ambientali».

«Un semplice stabilimento di estrazione della sansa», ha affermato Schiavone, «era stato così trasformato in un inceneritore. Recentemente, poi, si era rasentato l’assurdo, riecheggiando i tempi della Santa inquisizione e della caccia agli untori». «Nonostante l’impianto fosse fermo dal 2 aprile a seguito dell’ordinanza», ha proseguito, «alcune associazioni avevano presentato un esposto alla polizia provinciale, accusando il sansificio di aver funzionato di notte, addirittura bruciando rifiuti pericolosi e generando miasmi asfissianti, tipo Terra dei fuochi. Naturalmente, la polizia provinciale ha effettuato un sopralluogo il 13 aprile scorso, constatando che l’impianto non era mai stato messo in funzione dopo la chiusura disposta dal sindaco». A questo punto, le parole di Schiavone si sono fatte più dure. «La sospensione disposta dal Tar», ha osservato, «deve essere di monito nei confronti di chi, troppo frettolosamente, aveva gridato all’inquinamento dell’ambiente».

«Dalla sansa acquistata», ha ricordato il titolare, «la Schiavone biocalore ricava principalmente sansa esausta, che viene venduta quale combustibile ecologico e non inquinante per il riscaldamento delle abitazioni». Schiavone, in conclusione, ha rivelato che per domani, su iniziativa di D’Alfonso, la Regione ha convocato un tavolo tecnico con l’azienda, il Comune, la Provincia, l’Arta e la Asl.

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