Santoro: trasformiamo ruderi in edifici sicuri
Popoli, l’assessore ai Lavori pubblici fa il punto sul cantiere del castello Cantelmo Interventi per 800mila euro tra consolidamento post-sisma e valorizzazione
POPOLI. L'assessore ai Lavori pubblici Dino Santoro ha proceduto nei giorni scorsi a definire lo stato dell’arte sui lavori in corso di esecuzione sul Castello Cantelmo per il quale sono stati investiti ben 800mila euro. «Si tratta di lavori di consolidamento e restauro», spiega Santoro, «tesi al recupero totale dell'antica struttura che nei secoli è andata incontro a un degrado progressivo. L’amministrazione si impegnò a ottenere il finanziamento con la prospettiva di conservare l'antica struttura che rappresenta la storia più antica del territorio dell’alta Val Pescara, sulla quale i popolesi hanno costruito l'identità cittadina. Le gesta medievali dei signori dell’epoca sono annualmente rievocate con i Certami della associazioni storiche locali».
Il castello Cantelmo, di cui si rintracciano notizie della sua esistenza risalenti agli inizi dell'anno 1000, sorge sul poggio più alto della città e c'è un percorso prestabilito per raggiungerlo e poter visitare quegli antichi ruderi. «Abbiamo voluto trasformare quei ruderi in strutture sicure», riprende Santoro, «nell’ambito di un programma di sviluppo turistico della città con la valorizzazione dei suoi più importanti giacimenti culturali».
I lavori sono stati avviati da alcuni mesi sotto la direzione tecnica dell'ingegnera di Tocco da Casauria Paola Zazzara su progetto esecutivo elaborato dallo studio di architettura ed ingegneria aquilano Archingeo. «Finora non ci sono stati ostacoli», chiarisce l'assessore, «e dunque il cronoprogramma dei lavori ha rispetto la prevista tempistica. Contiamo di concluderli entro l’estate in modo da far rientrare l’antico maniero nel patrimonio utilizzabile del comune e dare applicazione al programma delle visite guidate, iniziative didattiche e e altri obiettivi di richiamo turistico preso in considerazione dalla locali associazioni che poi dovranno gestire questo tipo di attività». Prima che iniziassero i lavori di recupero furono eseguiti interventi di puntellamento per far fronte ai dissesti causati dal sima dell’aprile 2009 con l'impegno di 75 mila euro recepiti dai fondi del sisma. Lavori eseguiti dalla ditta Femat e progettatati dall'ingegnare Colarocco e dall'architetto Di Benedetto. In quella fase fu utilizzato un tipo di puntellamento che poi è stato sfruttato come ponteggio per i successivi lavori di restauro.
«La loro tipologia», spiega Santoro, «è di tipo conservativo, atti a preservare le strutture dagli attacchi degli agenti atmosferici. Sono in fase di applicazione speciali materiali che impediscono la ulteriore erosione delle murature. Lavoro preponderante il consolidamento della torre, della cinta muraria e la conformazione del terreno circostante per l'allontanamento delle acque piovane».
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