Polizia e carabinieri davanti al luogo dell'omicidio (foto G.Lattanzio)

OMICIDIO A PESCARA

Sconvolto il carabiniere padre di uno dei testimoni: "Ora rispetto perenne per Thomas"

La domenica da incubo vissuta dal colonnello in servizio in altra provincia: "Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può farlo davvero, e che forse è peggio di come viene rappresentato"

PESCARA. Domenica sera stava innaffiando quando il figlio maggiore ha chiamato lui e la moglie per dire loro ciò che il fratello gli aveva appena confidato. E cioè che c’era un ragazzo morto nel parco e che lo avevano ammazzato a coltellate quel pomeriggio due suoi amici. Una manciata di secondi per passare dalla serenità di una domenica sera in famiglia, all’inferno che nel giro di poche ore, fino all’alba del giorno dopo, lunedì, si è abbattuto poi sulle famiglie dei due ragazzi accusati dell’omicidio, sulla famiglia del povero ragazzo ucciso e su tutta la città, fino a diventare un caso che ha scosso l’Italia intera.

Di fronte alle parole del 17enne che raccontava l’orrore a cui aveva assistito poche ore prima, l’ufficiale dei carabinieri ha agito con il senso del dovere di chi porta la divisa e il cuore di chi sa quanto vale la vita di un figlio. E così in pochi secondi ha urlato al suo ragazzo di salire in macchina e si è fatto portare sul posto. Ha fatto di tutto per salvare Thomas, sperava che fosse vivo, ha fatto strada ai soccorritori: era morto. «Mio figlio vivrà una vita da consegnato, come diciamo noi. Desidero che tenga presente nel tempo che cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all'altezza». Dice il colonnello dei carabinieri già in servizio a Pescara e ora in altra provincia della regione a Il Corriere della Sera.

Quando gli chiedono se questo suo pensiero sia una sorta di rispetto perenne per la vittima, il colonnello non ha dubbi: «Sì, è questo». In altra parte dell'intervista il carabiniere padre spiega che «non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può farlo davvero, e che forse è peggio di come la state rappresentando», in riferimento alla stampa.

ARTICOLO SUL CENTRO IN EDICOLA