Scoppia la lite per le offerte tra chiesa e pompe funebri a Pescara

Monito del parroco della Madonna dei Sette Dolori alle imprese del settore: "Non dite ai clienti che nei funerali è compresa anche la quota per la parrocchia"

PESCARA. «Da tempo abbiamo notato che diversi parenti dei defunti non danno nulla per i funerali, in particolare quelli che vengono da fuori parrocchia». Padre Vincenzo Di Marcoberardino, parroco della chiesa della Madonna dei Sette dolori, è uno abituato a fare i conti: «Le parrocchie», dice, «non hanno altri redditi se non le offerte dei fedeli e, tolte le spese fisse e quelle per i lavori necessari, usiamo tanti soldi per aiutare le famiglie in difficoltà. Insomma, se qualcosa entra da destra, poi, esce da sinistra: non si arricchisce nessuno». E così il parroco ha scritto una lettera ai titolari delle imprese di pompe funebri per ricordare che le offerte delle famiglie dei defunti in occasione dei funerali devono andare alla parrocchia. Una comunicazione che, tra gli imprenditori del settore, qualcuno non ha accolto con un applauso. «Ma io non pretendo niente, poi se qualcuno ha la coda di paglia sono fatti suoi», dice padre Vincenzo che ha chiuso la sua lettera alle onoranze funebri rimettendosi «alla vostra discrezione e onestà». Cioè un elegante invito a non fare i furbi.

La lettera si apre con la richiesta di compilare correttamente i moduli per la registrazione dei defunti e poi passa al tema delle offerte: «Alcuni», recita la lettera, «ce l’hanno detto espressamente che l’avevano date alle pompe funebri. Probabilmente, si crea un equivoco», scrive il parroco riferendosi alle promozioni del “tutto compreso”, «quando dite il prezzo globale, essi pensano che in quel prezzo sia compresa anche l’offerta per la chiesa». Il parroco, allora, dà dei suggerimenti: «O dite ai parenti che nel prezzo del funerale non è compresa l’offerta per la chiesa; oppure, ricevendola voi, la darete lo stesso giorno del funerale al sacerdote che celebra o all’ufficio pastorale».

La lettera ha creato qualche malumore tra le imprese. «Ma non ho detto un’eresia né volevo offendere qualcuno o urtare la sensibilità delle ditte», replica il parroco, «ho solo ricordato che le offerte sono necessarie per le attività della chiesa e quello che ho detto vale per tutte le parrocchie e non solo per noi: non stampiamo moneta e non abbiamo finanziamenti dallo Stato, ci reggiamo con le offerte che, quotidianamente, sono redistribuite per la collettività». Padre Vincenzo cita Fra Caldino dei Promessi Sposi: «Il convento, diceva Manzoni, è come l’oceano, riceve l’acqua da tutti i fiumi e la redistribuisce con la pioggia a tutta la terra. È una bella immagine: le parrocchie si sostituiscono allo Stato per aiutare le persone in difficoltà. Per esempio, il Comune vuole fare un dormitorio da oltre vent’anni e non ci è ancora riuscito mentre la Caritas sì e ci sono anche tre mense tra Pescara e Montesilvano».

La diocesi di Pescara-Penne ha fissato a 100 euro l’importo dell’offerta in caso di funerali: «Ma non è un prezzo fisso, non è un obbligo né una tassa: è un invito», dice il parroco, «qualche volta mi danno 10, 20 o 50 euro, e io li prendo senza pretendere di più e senza lamentarmi. Capisco che tanti non possono dare niente di più».

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